giovedì 6 novembre 2025

Quando il corpo parla


Cari amici del Giardino Interiore,

oggi torno a scrivere con un pensiero che da tempo mi accompagna e che piano piano ha preso la forma di un filo da seguire: il legame profondo tra il corpo e l’anima.

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Quante volte abbiamo l’impressione che il corpo “parli” prima ancora delle parole? Un gesto stanco, una postura chiusa, uno sguardo che brilla, un sorriso improvviso… tutto di noi racconta ciò che ci abita dentro. È come se il corpo fosse lo specchio in cui la nostra interiorità trova riflesso, anche quando non vogliamo o non sappiamo dirlo a voce.

Negli anni ho imparato che ascoltare il corpo significa, in fondo, ascoltare l’anima. Quando siamo tesi, lo stomaco si stringe; quando siamo sereni, il respiro si allarga; quando siamo in armonia, anche i movimenti diventano più fluidi e leggeri.

Il corpo è il tempio dello spirito.” scriveva San Paolo, ricordandoci che prendersene cura non è un atto di vanità, ma un gesto di rispetto e gratitudine verso la vita stessa.

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Per me, coltivare questa armonia passa attraverso piccoli rituali quotidiani. La palestra, ad esempio, non è soltanto uno spazio di allenamento fisico, ma un luogo dove mi concedo un tempo tutto mio, in cui mente e corpo dialogano in silenzio. Ogni esercizio diventa occasione per percepire le mie forze, riconoscere i miei limiti, respirare profondamente.

Poi ci sono le passeggiate quotidiane nelle vie vicine a casa… camminare lentamente, sentire il ritmo dei passi, osservare gli alberi o il cielo: tutto questo mi ricorda che la vita scorre, che nulla resta immobile, che dentro ogni movimento esteriore si cela un respiro interiore.

Nietzsche scriveva: “Tutti i pensieri veramente grandi si concepiscono camminando”. E in effetti, mentre cammino, spesso nascono intuizioni, parole nuove, piccole scintille che poi porto qui, in questo spazio di scrittura e condivisione.

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Il corpo, con i suoi segnali, è anche un maestro di sincerità. Non mente mai: ci avverte della stanchezza, ci segnala quando abbiamo bisogno di rallentare, ci invita a fermarci quando la mente vorrebbe correre troppo.

Ho compreso che onorare il corpo non significa inseguire la perfezione esteriore, ma rispettarne i ritmi, coltivarne la vitalità, lasciarlo essere ciò che è: un alleato prezioso che ci accompagna in questo viaggio terreno.

Come scrisse Marguerite Yourcenar: “Non c’è nulla di più prezioso nel mondo di un corpo che conosce la grazia della quiete e del movimento.

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Mi piace immaginare che ogni gesto di cura verso il prprio corpo — un respiro consapevole, una camminata, una distensione, persino il semplice atto di sedersi in silenzio — sia come annaffiare un fiore interiore. Poco a poco, da questi gesti nasce una serenità che non riguarda solo i muscoli o le ossa, ma che tocca in profondità anche l’anima.

Così il corpo diventa davvero specchio: quando ci sentiamo in armonia dentro, lo sguardo si illumina, la postura si apre, i movimenti si fanno più leggeri. E quando ci prendiamo cura del corpo, allo stesso modo coltiviamo la nostra interiorità.

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Vorrei che questo post fosse un invito a fermarsi un momento e a chiedersi: come sto abitando il mio corpo, oggi? Non come appare, ma come respira, come sente, come si muove.

Perché, come scrisse Rainer Maria Rilke: “Abbi pazienza con tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore… e cerca di amare le domande stesse.” Anche il corpo porta con sé delle domande: ci chiede ascolto, presenza, gentilezza.

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Cari amici, concludo queste righe con un desiderio semplice: che ognuno di noi possa ritrovare, giorno dopo giorno, il piacere di abitare il proprio corpo come una casa viva, accogliente, luminosa. Che il movimento diventi una danza quotidiana e che l’interiorità possa rispecchiarsi in esso come in un lago limpido.

Grazie, come sempre, per la vostra presenza discreta e silenziosa in questo Giardino Interiore.

Con affetto,

Raffaella