martedì 30 dicembre 2014

L'augurio di un 2015 di pace nel mondo

felice 2015

Lasciamoci alle spalle le delusioni, i dolori e le amarezze ed impegniamoci ad andare incontro alla luce del cuore, alla pace, alla serenità, alla gioia, all'amore.

Il 1º gennaio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Pace, ricorrenza istituita da papa Paolo VI ed il cui scopo è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace.

Non più schiavi, ma fratelli”: è questo il tema scelto da Papa Francesco per la 48.ma Giornata Mondiale della Pace. 

Papa Francesco sottolinea come la globalizzazione dell’indifferenza può essere vinta solo da una pari globalizzazione della solidarietà e della fraternità  e, dopo aver ricordato i vari aspetti e le cause profonde delle schiavitù di ieri e di oggi, esorta a trovare soluzioni comuni per sconfiggere questo “abominevole fenomeno”. 

Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace illustra il tema con il seguente comunicato:

“Spesso si crede che la schiavitù sia un fatto del passato. Invece, questa piaga sociale è fortemente presente anche nel mondo attuale. 
Il Messaggio per il 1° gennaio 2014 era dedicato alla fraternità: ‘Fraternità, fondamento e via per la pace’.
L’essere tutti figli di Dio rende, infatti, gli esseri umani fratelli e sorelle con eguale dignità. 
La schiavitù colpisce a morte tale fraternità universale e, quindi, la pace.
La pace, infatti, c’è quando l’essere umano riconosce nell’altro un fratello che ha pari dignità.
Nel mondo, molteplici sono gli abominevoli volti della schiavitù: il traffico di esseri umani, la tratta dei migranti e della prostituzione, il lavoro-schiavo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la mentalità schiavista nei confronti delle donne e dei bambini. 
E su questa schiavitù speculano vergognosamente individui e gruppi, approfittando dei tanti conflitti in atto nel mondo, del contesto di crisi economica e della corruzione.

La schiavitù è una terribile ferita aperta nel corpo della società contemporanea, è una piaga gravissima nella carne di Cristo! Per contrastarla efficacemente occorre innanzitutto riconoscere l’inviolabile dignità di ogni persona umana, e inoltre tenere fermo il riferimento alla fraternità, che richiede il superamento della diseguaglianza, in base alla quale un uomo può rendere schiavo un altro uomo, e il conseguente impegno di prossimità e gratuità per un cammino di liberazione e inclusione per tutti.

L’obiettivo è la costruzione di una civiltà fondata sulla pari dignità di tutti gli esseri umani, senza discriminazione alcuna. Per questo, occorre anche l’impegno dell’informazione, dell’educazione, della cultura per una società rinnovata e improntata alla libertà, alla giustizia e, quindi, alla pace.
La Giornata Mondiale della Pace è stata voluta da Paolo VI e viene celebrata ogni anno il primo di gennaio. 

Il Messaggio del Papa viene inviato alle cancellerie di tutto il mondo e segna anche la linea diplomatica della Santa Sede per l’anno che si apre”.


Qui di seguito vi riporto il bellissimo pensiero scritto da Don Francesco Cristofaro per l'occasione della Giornata Mondiale della Pace 2015.

Perché difficilmente, oggi, la pace non regna nel cuore degli uomini? E, ancor prima: Che cos’è la pace? 
La pace è offerta di perdono da parte di Dio all’uomo ed è accoglienza di questo perdono da parte dell’uomo ritornando e rimanendo nella giustizia.
La giustizia nella quale l’uomo deve ritornare è l’accoglienza della volontà di Dio, della sua legge, dei suoi comandamenti, perché li viva nella loro interezza.
Chi vuole la pace sulla terra deve in tutto imitare Gesù, il quale per offrirci la sua pace, si fece uomo, e da uomo, con cuore umano, entrò nella pace di Dio, in essa visse tutti i suoi giorni, e questo cuore ricco di pace lo ha offerto all’uomo, perché accogliendolo, lo facesse suo.

Chi vuole costruire la pace deve mettere a disposizione dell’umanità intera ogni altro dono di sapienza, di scienza, di intelligenza, di fortezza, di prudenza, di consiglio, di pietà, ogni perizia ed esperienza. 
Cristo Gesù, per creare la pace, donò tutto se stesso, ci amò fino al sacrificio totale di sé, ci diede anche il suo corpo e il suo sangue per renderci in tutto simili a Lui. 
Per costruire la pace, bisogna smetterla con le parole e le vane prediche e incominciare sul serio a vivere da operatori di pace.

Allora, aprendoci alla preghiera, con il poverello d’Assisi,  ancora una volta, diciamo:

“O Signore, fa di me uno strumento della tua Pace:
Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore.
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono.
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione.
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede.
Dove è errore, ch’io porti la Verità.
Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia.
Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce”.

Lo strumento di pace deve distruggere il mare di odio che è nel cuore degli uomini con un oceano d’amore. 
Deve riparare alle offese con il perdono, deve riporre rimedio alle discordie che possono succedere con gesti di unione. Deve mettere tante parole di speranza nella disperazione, deve dare gioia vera a che è nella tristezza.
Deve accendere la luce per coloro che sono nel buio delle tenebre.

Don Francesco Cristofaro


L'augurio per tutti di un felice 2015 di pace, libertà, solidarietà ed amore.



martedì 23 dicembre 2014

Felice Natale 2014 a voi tutti

Presepio

Il mio augurio di luce, amore, serenità interiore, gioia nel cuore.

Felice Natale a voi tutti.

In occasione del Natale, vi invito alla lettura del seguente bel testo.


MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER IL SANTO NATALE 

“Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po' di silenzio per ascoltare la voce dell' Amore.

Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. 

L' albero di natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita. 

Gli addobbi di natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita. La campana di natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.

Sei anche luce di natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l'allegria e la generosità. 

Gli angeli di natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore. 

La stella di natale sei tu quando conduci qualcuno all' incontro con il Signore. 

Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai. 

La musica di natale sei tu quando conquisti l'armonia dentro di te. 

Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.

Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.

Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.

Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.

Un buon natale a tutti coloro che assomigliano al natale.”

Papa Francesco

sabato 6 dicembre 2014

Superare lo sconforto

Bouquet di fiori

Nel corso della vita, indipendentemente dalla nostra volontà, capitano momenti di sofferenza, tristezza, sconforto e tutto diventa difficile, anche le attività normalmente più semplici da svolgere.

In questi momenti di profondo disagio interiore, dobbiamo autoincoraggiarci, recuperare la nostra positività e decidere di non farci imprigionare dalle emozioni negative. 

Ciò che è fondamentale è ritrovare il più velocemente possibile la serenità perduta.

Sicuramente non è agevole ma, al fine di superare il nostro senso di smarrimento, è opportuno reagire e, con forza d'animo, riabbracciare la gioia di vivere, combattendo l'apatia e la sfiducia.

Una soluzione salutare può essere il dedicarci a qualcosa di costruttivo per noi stessi e per gli altri. 

Anziché lasciarci condizionare dalle emozioni negative e rimanere prigionieri di noi stessi, è opportuno sforzarci di mantenere i contatti con il mondo esterno per scoprire felicemente che nel nostro piccolo possiamo fare un bel po'!

Quando ad esempio ci interessiamo agli altri e ci impegniamo a donare loro il nostro sostegno, il nostro tempo, le nostre attenzioni, anche noi riceviamo qualcosa e, di riflesso, aiutiamo noi stessi ad uscire dalla depressione.

Questo accade perché fare del bene, alimenta la nostra autostima in quanto proviamo la gratificazione che deriva dal dare agli altri. 

La Bibbia recita: "È portatore di tante benedizioni il dare più del ricevere."

Sentirci utili agli altri, permette alla nostra mente di non rimanere focalizzata sul nostro melanconico mondo interiore ma di divagarsi, di recuperare slancio e, conseguentemente, noi ci sentiamo meglio in quanto scopriamo che la nostra vita ha un senso.

In proposito, vi suggerisco la lettura del seguente testo di Autore anonimo che fornisce importanti spunti di riflessione.

SUPERARE LO SCORAGGIAMENTO 

La grande auto di lusso si fermò davanti alla piccola scrivania all'ingresso del cimitero e l'autista, in uniforme, si rivolse al custode: "Può seguirmi, per favore? La mia signora è malata e non può camminare" - gli spiegò - Potrebbe avere la bontà di venire a parlare con lei?"

Una signora anziana, i cui occhi non potevano nascondere la profonda sofferenza, attendeva in macchina.

- "Sono la signora Adams" - gli disse - "Negli ultimi due anni le ho inviato cinque dollari alla settimana..."

- "Per i fiori!" - ricordò il custode.

- "Esattamente. Affiché fossero collocati sulla tomba di mio figlio".

- "Oggi sono venuta - disse un po' costernata - perché i medici mi hanno detto che non mi rimane molto da vivere, quindi sono qui per un'ultima visita e per ringraziarla".

Il custode ebbe un momento di entusiasmo, ma poi le disse con delicatezza: "Sa, mia signora, ho sempre rimpianto il fatto che continuasse a inviare dei soldi per i fiori".

- "Cosa?" - Domandò la signora.

- "E' che ... lo sa, signora,...i fiori durano così poco tempo ...e alla fine qui nessuno li vede..."

- "Sa quello che sta dicendo?" - ribatté la signora Adams.

- "Sì, sì signora. Faccio parte di un'associazione di volontariato, i cui membri visitano gli ospedali e le case di cura. Lì sì che mancano i fiori...I ricoverati potrebbero vederli e apprezzare il loro profumo".

La donna rimase in silenzio per alcuni istanti. Poi, senza dire nulla, fece cenno al suo autista di partire. 

Mesi dopo, il custode fu sorpreso da un'altra visita. Doppiamente sorpreso perché, questa volta, era proprio la signora Adams che veniva a trovarlo guidando lei stessa l'auto.

- "Ora porto io stessa i fiori ai malati" - gli spiegò con un amabile sorriso - "Aveva ragione, i malati si sentono felici e mi fanno sentire felice. I medici non sanno il motivo della mia guarigione, ma io lo so. 
E' che ho trovato dei motivi per vivere. Non ho dimenticato mio figlio, al contrario, dono i fiori a nome suo e ciò mi dà forza".

La signora Adams scoprì ciò che la maggior parte di noi dimentica. Aiutando gli altri aiutiamo noi stessi. Certo! La scelta è sempre nostra...

(Anonimo)




domenica 9 novembre 2014

Immedesimarsi nella sofferenza altrui

Constanza art

Cari amici, con questo nuovo post faccio riferimento ad una tematica già affrontata precedentemente con il post "L'empatia per comunicare meglio".

La vita quotidiana ci pone a contatto con varie esperienze in cui la nostra sensibilità ci fa percepire come si sente un'altra persona, di entrarvi in sintonia, di riuscire a leggere i sentimenti e gli altrui stati d'animo. 

L'empatia è, infatti, l'abilità di comprendere ciò che l'altro prova a livello emotivo, attraverso la gestualità, l'espressione del volto, e non solo attraverso ciò che viene espresso a parole.

Ciò si rende possibile attivando tutti i sensi ed una buona attenzione.

Considererei l'empatia come l'immedesimarsi nelle emozioni (inquietudine, disagio, paura, etc…) di un'altra persona senza giungere ad una completa identificazione, ma rimanendo presenti a noi stessi e contemporaneamente essendo in grado di gestire le reciproche sensazioni ed emozioni.

Provare empatia è riuscire a percepire il vissuto emozionale dell’altro, al di fuori della simpatia, antipatia e dei giudizi morali.

A questo proposito, parlando con un amico, sono rimasta colpita dalla sua interessante esperienza che vi propongo qui di seguito e che rappresenta un esempio pratico di come l’empatia non ha a che vedere solo con il cervello, ma anche col cuore, con il mondo delle emozioni.


Sensazioni

Un mattino come gli altri, in autobus. Sale a Mestre una scolaresca, probabilmente una terza media, con evidente destinazione: gita a Venezia. 
Classico arrembaggio al mezzo da parte di una ventina di ragazzi e un paio di insegnanti, quest’ultimi annoiati e noncuranti dell’improvvisa occupazione degli spazi da parte dell’orda. Ma va bene, è normale a quell’età, la gita scolastica consente di lasciar un po' libere le loro inesauribili energie e penso sia comunque difficile contenere oltre una certa misura tutto quell’entusiasmo.

Dicevo, una ventina di studenti, tra ragazzi e ragazze. La più parte si stabilisce nella mia zona, la semovente e snodabile pancia centrale dell’autobus doppio. Assisto, con misto di lieve fastidio e di dovuta tolleranza, alla saturazione degli spazi liberi da parte delle rombanti creature. 

Da qualche tempo ormai non leggo più in autobus, causa sensazione di nausea, ho ripiegato quindi sull’ascolto della radio tramite cuffiette, modalità questa che consente di lasciare libero lo sguardo. 

Rimango dunque lì, ascoltando musica e osservando le scene che involontariamente mi si propongono. In quella mezz’ora di tragitto, c’è modo, volendo, di analizzare nel dettaglio ogni particolare delle persone che ti si trovano di fronte. Ecco dunque che, quasi inevitabilmente, mi trovo ad osservare le dinamiche di formazione dei gruppi tra adolescenti.

Ma quella che catalizza da subito la mia attenzione è una ragazzina di origine asiatica, che se ne sta sola, in disparte, proprio di fronte a me.

La osservo bene, proprio perché isolata, cattura più degli altri il mio interesse. Né bella né brutta, direi normale, sia nell’aspetto sia nel modo di vestire, di quella normalità però che sembra quasi essere costruita apposta per non farsi notare, per non dare nell’occhio, per passare volutamente inosservata. Se ne sta lì, pensierosa, distaccata dal gruppo delle coetanee, sembrerebbe quasi per sua scelta, ma così ovviamente non è, sarebbe innaturale a quell’età rimanersene volutamente da sola, costretta dalla vicinanza ad ascoltare i discorsi degli altri.

Chissà perché questo accade, mi chiedo. Forse è stata inserita in classe da poco, deve ancora farsi delle amicizie, forse non conosce ancora bene la lingua, mah! Mentre penso a queste cose, mi soffermo sui suoi occhi, sull’intensità dello sguardo, sul tremore delle pupille, sulla sensazione di rassegnazione e sconforto che tutto l’insieme esprime. 

Inizio a pensare a quanto dolorosa dovesse essere quella condizione per una ragazzina di quell’età, il sentirsi isolata e non integrata con il resto, cosa fondamentale nell’adolescenza, età in cui assume enorme importanza considerarsi al pari degli altri e far parte di un gruppo. 

Quanto doveva pesarle restarsene così in disparte, quanto avrebbe voluto vivere quella giornata in modo spensierato come avveniva per le altre compagne, quanta angoscia poteva sentire dentro nell’immaginare il proseguo della giornata, sempre in quella situazione di costante separazione. 
Come può una ragazzina indifesa e non attrezzata nei confronti delle avversità della vita, superare una così difficile situazione senza rimanerne ferita e senza riportarne poi delle conseguenze nella vita futura?

A tutto questo pensavo, quando sento salirmi da dentro, dal profondo, una sensazione forte di … commiserazione, di condivisione, di desiderio di consolazione, ma molto intensa, davvero. Mi prende la gola, mi rende addirittura lucidi gli occhi, cosa che mi capita davvero raramente, mi sento stringere dentro, nel desiderio inesprimibile di confortare quell’esserino indifeso, di rassicurarlo, di proteggerlo dal dolore che stava provando. Mi sento pervaso da questa strana e indefinibile commovente emozione, nuova e, credo proprio, di origine spirituale.

Non potendo e non sapendo cosa fare, rimango così, immobile e pensieroso, come intento ad assorbire parte della sua sofferenza, a poca distanza da quegli occhi tremanti e preoccupati per il giorno che doveva venire, piacevole per tutti gli altri e tremendamente difficoltoso per lei.

E quindi, non potendo agire direttamente (sarei stato di sicuro frainteso) … prego. Prego dentro di me per lei, chiedendo l’intercessione di qualcuno che sta in alto, che possa in qualche modo alleviare la sua sofferenza.

Di questa empatia verso gli altri, questa capacità di immedesimarmi nelle condizioni altrui, sento aumentare l’intensità, anno dopo anno. E’ come se stessi sviluppando una nuova abilità, che però spesso porta con sé il peso di dover percepire le difficoltà delle persone. 
Ma se nulla avviene per caso, se tutto persegue una finalità superiore, anche questa cosa deve avere un preciso significato. La semplice condivisione non avrebbe logica se non fosse supportata dalla capacità di poter recare conforto, anche in minima misura, a quanti percepisco averne bisogno. 

Ecco dunque la convinzione che qualche cosa devo pur avere il potere di fare! Altrimenti tutto ciò non avrebbe senso, ma cosa? In quel caso sicuramente qualcosa di spirituale, null’altro mi era consentito. 

Ed infatti, l’unica cosa che mi è venuta in mente, credo non a caso, è stata la preghiera. E a quella preghiera ho affidato tutta la mia richiesta di far star bene quel fragile fiore e far accompagnare da un angelo la sua difficile giornata. Spero, confido, che qualcuno possa avermi ascoltato.

Paolo S.

(Illustrazione: Constanza Art)

domenica 12 ottobre 2014

Vivere nella gioia e nella pace del Signore

Cascate


La pace dell'anima è un tesoro preziosissimo ed è sempre più difficile riscontrarla nella nostra società superficiale, materialista, consumista. 

Capita troppo spesso che le persone si preoccupino di cose futili, insignificanti e tendano ad apparire piuttosto che essere.

Spesso si conduce un'esistenza frenetica, senza meta. Si corre per fare cosa, per arrivare dove?

Quante volte viene rincorso il successo immediato e lo si ottiene, nella maggior parte dei casi, sacrificando la correttezza e l'onestà!

Quale è la causa di questa povertà interiore che è così lacerante? È forse l'assenza di Dio nella nostra quotidianità?

Se ci comportiamo come se Dio non ci fosse, che senso ha la nostra vita?

Perché nella nostra società si avverte la perdita dei valori esistenziali che invece dovrebbero essere la guida della nostra vita?

Dovremmo essere consapevoli che la nostra bussola è Dio.

Per non sentirci soli, insoddisfatti, amareggiati, disorientati, accogliamo il Signore nella nostra vita, lasciamoci ispirare dalla Sua Luce, dal Suo Amore e riconosciamo che solo Lui è la fonte della pace della nostra anima.

Viviamo in semplicità, apprezziamo ciò che è essenziale, accontentiamoci senza pretendere il superfluo.

In proposito vi presento, qui di seguito, un bellissimo testo con l'augurio che possa rappresentare la Guida delle nostre azioni ed intenzioni al fine di vivere una vita piena, serena, nella gioia e nella gratitudine per tutto ciò che il Signore ci dona.

IL DIGIUNO CHE PIACE A DIO 

Digiuna dal giudicare gli altri: scopri Cristo che vive in loro.

Digiuna dal dire parole che feriscono: riempiti di frasi che risanano.

Digiuna dall'essere scontento: riempiti di gratitudine.

Digiuna dalle arrabbiature: riempiti di pazienza.

Digiuna dal pessimismo: riempiti di speranza cristiana.

Digiuna dalle preoccupazioni inutili: riempiti di fiducia in Dio.

Digiuna dal lamentarti: riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.

Digiuna dalle pressioni e insistenze: riempiti di una preghiera incessante.

Digiuna dall'amarezza: riempiti di perdono.

Digiuna dal dare importanza a te stesso: riempiti di compassione per gli altri.

Digiuna dall'ansia per le tue cose: compromettiti nella diffusione del Regno.

Digiuna dallo scoraggiamento: riempiti di entusiasmo nella fede.

Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù: riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.

Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto, dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, per l'intercessione di Maria SS., Madre di Gesù e Madre mia,
aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

Anonimo

domenica 7 settembre 2014

Il vero senso dell'Amore

Gerbere gialle

L'amore è l'esperienza più salutare, più producente, più meravigliosa della vita.
Leo Buscaglia 

Il vero amore è volere il bene dell'altro, accettarlo per quello che è, amare i suoi difetti e i suoi pregi, saper chiedere scusa se si commette un errore, perdonare, condividere gioie e dolori, superare eventuali momenti difficili che possono presentarsi nella quotidianità, mantenere la pazienza e la forza d'animo dinanzi ai problemi da affrontare insieme con positività. 

Le contrarietà, infatti, non spengono il vero amore: il sacrificio generosamente condiviso rafforza l'unione. 

Il vero amore è considerare il proprio partner come l'unica persona che può veramente renderti felice e che ti accompagnerà nel tuo cammino di vita.

E' splendido constatare come l’amore romantico dura per sempre. 

Anche il nostro Papa Francesco afferma: "un amore per sempre è possibile".

Quando io ti accolgo nella mia vita, ho quattro braccia anziché due. Due teste. Quattro gambe. Due possibilità di gioia. Sicuro, anche due possibilità di lacrime. Ma io posso essere lì quando tu piangi e tu puoi essere lì quando piango io. Perché nessuno dovrebbe piangere mai da solo.
Leo Buscaglia 


L'amore è come uno specchio, quando ami qualcuno tu diventi il suo specchio e lui il tuo.
E specchiandoti nel reciproco amore vedi l'infinito.
Leo Buscaglia 


Ho scelto per questo mio post il titolo il vero senso dell'amore avendo avuto l'ispirazione dalla lettura di un testo stupendo che mi ha particolarmente commosso. 
Si tratta della dimostrazione di amore intenso di un anziano marito nei confronti della propria moglie malata che non lo riconosce più.

Vi invito alla lettura del seguente testo.


APPUNTAMENTO ALLE 9 – Il vero senso dell’amore

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. 

Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.

Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. 

Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. 

Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. 

Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. 

Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. 

Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni. 

Ne fui sorpreso, e gli chiesi: "E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?" 

L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei". 

Dovetti trattenere le lacrime... avevo la pelle d'oca e pensai: "Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita". 

Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. 

Racconto anonimo


Sempre sul tema dell'amore vi propongo il seguente bellissimo testo di San'Agostino.


LETTERA DI SANT’AGOSTINO ALL’UOMO PER AMARE UNA DONNA IN PIENEZZA E PER SEMPRE

Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.

Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.

Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.

Ama la tua donna senza chiedere altro all’infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.

Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire. Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.

Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.

Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.

Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l’esempio.

Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio.

E sii sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.

Amala come il sole che invochi al mattino.

Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore.

Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita! 

S. Agostino

lunedì 11 agosto 2014

Guarire con l'amore

Genzianella

L’amore è una potente forza che agisce sulla prevenzione e sulla cura delle malattie.

Uno studio americano ha dimostrato come l’amore, anche in chi soffre di depressione, sia la cura più efficace per poterla superare.

Avere accanto una persona affettuosa significa, infatti, essere compresi, ricevere coccole, premure ed è salutare soprattutto quando la voglia di vivere è ridotta al minimo.

L’amore, l'affetto possono considerarsi un ottimo antidepressivo che aiuta a risollevare l’animo e ad uscire dal male oscuro della depressione.

I principali sintomi della depressione quali la tristezza, la mancanza di interesse nelle attività quotidiane, la spossatezza, la diminuzione dell’appetito, la mancanza di stimoli, l'insonnia o sonnolenza eccessiva, la mancanza di autostima e di energie, possono essere alleviati dalle dimostrazioni di affetto.

Il sentirsi amati ed importanti per qualcuno, ridesta dallo stato di apatia in cui sovente si precipita ed incide positivamente sullo stato d'animo che reagisce con ritrovato slancio vitale.

Un piacevole contatto fisico rappresenta una naturale fonte di benessere, gioia e risveglia il piacere di vivere.

La depressione causata molto spesso da una grande solitudine,  può trovare una nuova linfa vitale proprio nell'amore.

In particolare chi è depresso desidera ardentemente l'affetto degli altri.

Le coccole, le attenzioni, il contatto fisico di un abbraccio, una carezza, un bacio fanno sentire bene.

Con l'amore la persona rinasce, si sente viva, ha di nuovo voglia di fare e supera più agevolmente le difficoltà e lo sconforto.

Esternare l'affetto o l'amore, sia attraverso le parole che le azioni, giova sia al fisico che alla mente.

L'azione del condividere i sentimenti sembra essere sufficiente a produrre il benessere.

E' infatti noto come il bisogno principale di ciascun essere umano sia quello di dare e di ricevere amore.

Abbiamo tutti bisogno di amare e di essere amati. Troppo spesso la nostra società privilegia i valori materiali (il denaro, l'esteriorità, il possesso, etc.), che sono in netto contrasto con il sentimento dell'amore.

Da sempre il contatto e la carezza rappresentano una necessità primaria di ciascuna persona.

Prendersi cura dell'altro, manifestando il proprio amore,  donando affetto, comprensione ed attenzioni crea benessere.

Il bene, l'amore, l'affetto possono guarire quasi tutti i mali del mondo e una piccola carezza può dare molto di più di un fiume di parole.
Romano Battaglia

L'amore è una grande medicina. 
Madre Teresa di Calcutta

Su questo tema, vi invito a leggere il seguente testo che offre utili spunti di riflessione.


DITELO PRIMA

Lui era un omone robusto, dalla voce tonante e i modi bruschi. Lei era una donna dolce e delicata. Si erano sposati. Lui non le faceva mancare nulla, lei accudiva la casa ed educava i figli. I figli crebbero, si sposarono, se ne andarono. Una storia come tante.

Ma, quando tutti i figli furono sistemati, la donna perse il sorriso, divenne sempre più esile, non riusciva più a mangiare e in breve non si alzò più dal letto.

Preoccupato, il marito la fece ricoverare in ospedale.

Vennero al suo capezzale medici e specialisti famosi. Nessuno riusciva a scoprire il genere di malattia. Scuotevano la testa e dicevano: "Mah!". L'ultimo specialista prese da parte l'omone e gli disse: "Direi semplicemente che sua moglie non ha più voglia di vivere!".

Senza dire una parola, l'omone si sedette accanto al letto della moglie e le prese la mano. Una manina sottile che scomparve nella manona dell'uomo. Poi, con la sua voce tonante, disse deciso: "Tu non morirai!".

"Perché?", chiese lei, in un soffio lieve.

"Perché io ho bisogno di te!".

"E perché non me l'hai detto prima?".

Da quel momento la donna cominciò a migliorare. E oggi sta benissimo. Mentre medici e specialisti continuano a chiedersi che razza di malattia avesse e quale straordinaria medicina l'avesse fatta guarire così in fretta.

Non aspettare mai domani per dire a qualcuno che l'ami. Fallo subito. Non pensare: "Ma mia madre, mio figlio, mia moglie lo sa già". Forse lo sa. Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere? Non guardare l'ora, prendi il telefono: "Sono io, voglio dirti che ti voglio bene". Stringi la mano della persona che ami e dillo: "Ho bisogno di te! Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene".

L'amore è la vita. Vi è una terra dei morti e una terra dei vivi. Chi li distingue è l'amore.

Bruno Ferrero

lunedì 7 luglio 2014

Veder felici gli altri

Pianta

Mi stavo interrogando su cosa ci rende felici e soddisfatti  nella vita quotidiana.

Sono del parere che rimanere esclusivamente concentrati sulla realizzazione dei propri desideri ed obiettivi non conduce alla felicità.

Al contrario, poter essere di sostegno al nostro prossimo ci consente di apprezzare meglio ciò che siamo, ciò di cui disponiamo e ciò che possiamo offrire al mondo. 

Anziché focalizzare l’attenzione su noi stessi, credo che l’apertura nei confronti del nostro prossimo può divenire motivo di gioia.

Donare alimenta in noi l’energia e la consapevolezza di possedere al nostro interno una forza che può essere utile, se messa a disposizione di qualcun altro.

Se sperimentiamo la gioia del dare anziché la pretesa di ricevere, possiamo percepire l’entusiasmo e la gratitudine per tutte le cose belle che già ci circondano e provare appagamento per questo.

A mio avviso, la capacità di vedere noi stessi negli altri, il donare incondizionatamente, è moto gratificante e regala felicità.

"La felicità non è altro che la gioia di veder felici gli altri."
George Byron

Il poter condividere ciò che abbiamo con gli altri rende il tutto ancora più meraviglioso, e forse la nostra felicità più vera consiste proprio nel donarci al prossimo e renderlo partecipe della nostra vita e motivo della nostra gioia.

Proprio su questo tema, vi invito alla lettura di un interessante racconto dal quale possiamo trarre utili spunti di riflessione.


La pietra azzurra

Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. 

Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. "E’ per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?".

Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?". 

Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. "Bastano?", disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi". 

L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio. "Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione". 

La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.

Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò: "Questa collana è stata comprata qui?". 

"Sì, signorina".     

"E quanto è costata?". 

"I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me". 

"Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo". 

Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza. "Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".
Don Bruno Ferrero 

martedì 17 giugno 2014

Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi

Fiori arancioni

Nella vita quotidiana frequentemente si tende a ricercare la perfezione nel nostro operato e, conseguentemente,  a procrastinare ciò che potremmo agevolmente compiere oggi.

Con il passare del tempo questo atteggiamento diventa un’abitudine e può alimentare il senso d’insicurezza ponendoci in uno stato di attesa del momento migliore, quello che noi riteniamo opportuno, e che non è certo che si presenterà.

Oggi, e non domani, è ad esempio l’occasione  giusta per fare qualcosa che ci preoccupa e che non abbiamo finora mai risolto. Ora può essere il momento opportuno per  fare del bene, per donare amore ed il nostro tempo agli altri, per renderci utili.

Teniamo sempre a mente che la vita è un continuo mutare e non abbiamo alcuna conoscenza di cosa succederà. 

La vita è adesso, come il titolo di un famoso successo di Claudio Baglioni.

Essa rappresenta  un'occasione unica ed irripetibile.

E’ fondamentale abituarci a vivere intensamente ogni attimo della nostra vita in quanto possiamo dare senso all'oggi, alle nostre azioni, senza rinviare ad un altro momento che potrebbe rivelarsi tardi.

Riflettendo su questo argomento, mi sono tornati in mente due brani che sono lieta di proporvi qui di seguito e che ci insegnano l’importanza del “Carpe Diem”.  

Vi auguro una buona lettura.

Ricorda che domani potrebbe essere troppo tardi !

Se sei arrabbiato con qualcuno e nessuno dei due fa nulla per sistemare le cose, fallo tu!

Può darsi che oggi questa persona voglia ancora essere tua amica e se non fai qualcosa, forse domani potrebbe essere troppo tardi...

Se sei innamorato di qualcuno, però questa persona non lo sa... diglielo!

Magari oggi anche questa persona è innamorata di te e se non glielo dici oggi, può darsi che domani sia troppo tardi...

Se muori dalla voglia di dare un bacio a qualcuno... daglielo!

Forse anche questa persona vorrebbe avere un tuo bacio e se non glielo dai oggi, può darsi che domani sia troppo tardi...

Se ami ancora una persona che credi ti abbia dimenticato... diglielo!

Forse questa persona ha sempre continuato ad amarti, e se non glielo dici oggi, forse domani sarà troppo tardi...

Se hai bisogno dell'abbraccio di un amico... chiediglielo!

Magari lui ne ha bisogno ancora più di te e se non glielo chiedi oggi, forse domani sarà troppo tardi...

Se hai degli amici che apprezzi veramente... diglielo!

Forse anche loro ti apprezzano, e se lasci che se ne vadano, o che si allontanino da te, forse domani sarà troppo tardi...

Se vuoi bene ai tuoi, e non hai mai avuto l'opportunità di dimostrarglielo... fallo!

Oggi sono lì con te, e puoi ancora dimostrarglielo, ma se se ne andassero... domani potrebbe essere troppo tardi!
Autore sconosciuto

Le cose che non hai fatto 

Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai? 

Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto.

E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?

Credevo che avresti esclamato: "Te l'avevo detto!". Ma tu non l'hai fatto.

Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?

Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto.

Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?

Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto.

E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?

Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto.

Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.

Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.

C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non l'hai fatto.

Ma tu non sei tornato.

Una regola d'oro: passeremo nel mondo una sola volta. Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli  subito.
Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte.
Bruno Ferrero


mercoledì 28 maggio 2014

Il segreto della vita

Bromelie

Il segreto della vita è imparare ad apprezzarla, a godere attimo per attimo, senza farci coinvolgere dalla frenesia, dalle preoccupazioni, dall'ansia della quotidianità.

Tenendo in considerazione la velocità con cui trascorre il tempo, diventa salutare saperlo organizzare, rimanendo concentrati  su ciò che ci arreca gioia, mantenendo positive le nostre aspettative, fissando i nostri obiettivi, provando sempre gratitudine e prendendoci lo spazio ogni giorno per collegarci a Dio e a noi stessi.

“Il senso della vita non è qualcosa in cui ti imbatti per caso, come la soluzione a un enigma o il premio di una caccia al tesoro.
Il senso della vita è qualcosa che costruisci vivendo: a partire dalla tua storia, dai tuoi affetti, dall’esperienza umana che ti viene trasmessa, dal tuo talento e dal tuo sapere, dalle cose in cui credi, dalle cose e dalle persone che ami, dai valori per cui sei disposto a sacrificare qualcosa.
Gli ingredienti ci sono tutti.
Tu sei l’unico che può fonderli in quel disegno che sarà la tua vita.
Fa che sia una vita piena di dignità e di significato per te.
Se sarà così, allora il bilancio dei successi e dei fallimenti sarà secondario.”
John Gardner

E' importante riflettere sul senso della vita e sull'enorme ricchezza che il Signore ci ha donato: abbiamo tra le mani un tesoro di valore inestimabile ed è solo nostro il compito di non sprecarlo e di valorizzarlo al massimo, consapevoli che non sappiamo quanto tempo ci è dato di vivere. Da qui la necessità di fare di ogni momento, che è unico e irripetibile, quello decisivo per la nostra felicità.

“Non aspettiamoci di trovare il significato della nostra vita scritto sotto una roccia oppure raccontatoci da qualcun altro. Lo scopriremo solo dando noi stessi significato alla nostra vita. Spesso il sussurro arriva attraverso la risposta a una domanda. Cosa vi fa sentire vivi?”
Lucia Giovannini, “Mi Merito il Meglio”

Vi propongo qui di seguito un significativo testo che offre spunti di riflessione.

Al Crocicchio del Villaggio  

Tanto tempo fa, c'era un uomo che da anni cercava il segreto della vita. Un giorno, un saggio eremita gli indicò un pozzo che possedeva la risposta che l'uomo così ardentemente cercava.

L'uomo corse al pozzo e pose la domanda: "C'è un segreto della vita?".

Dalla profondità del pozzo echeggiò la risposta: "Vai al crocicchio del villaggio: là troverai ciò che cerchi".

Pieno di speranza, l'uomo obbedì, ma al luogo indicato trovò soltanto tre botteghe: una bottega vendeva fili metallici, un'altra legno e la terza pezzi di metallo. Nulla e nessuno in quei paraggi sembrava avere a che fare con la rivelazione del segreto della vita.

Deluso, l'uomo ritornò al pozzo a chiedere una spiegazione. Ma il pozzo gli rispose: "Capirai in futuro". L'uomo protestò, ma l'eco delle sue proteste fu l'unica risposta che ottenne.

Credendo di essere stato raggirato, l'uomo riprese le sue peregrinazioni.

Col passare del tempo, il ricordo di questa esperienza svanì, finché una notte, mentre stava camminando alla luce della luna, il suono di un sitar (lo strumento musicale dell'oriente) attrasse la sua attenzione.

Era una musica meravigliosa, suonata con grande maestria e ispirazione.

Affascinato, l'uomo si diresse verso il suonatore; vide le sue mani che suonavano abilmente; vide il sitar; e gridò di gioia, perché aveva capito. Il sitar era composto di fili metallici, di pezzi di metallo e di legno come quelli che aveva visto nelle tre botteghe al crocicchio del villaggio e che aveva giudicato senza particolare significato.

La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita.

E non sarete mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto. Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate "ai" vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate "con" loro. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona. E fatelo ora. Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili. 

Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri.

Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. E non lasciate che vi convincano del contrario.

Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete tutto con gli altri.
Uno dei complimenti più grandi è dire a qualcuno: "Guarda quel tramonto".

Bruno Ferrero, “C'è Qualcuno Lassù”

venerdì 16 maggio 2014

Il giardino della nostra mente

Giardino

La nostra mente determina il nostro stato d'animo. Il nostro modo di pensare, unitamente a ciò che ogni giorno ci ripetiamo, sono in grado, infatti, di determinare la serenità o il turbamento della nostra esistenza, consentendoci di vivere con entusiasmo o in una "prigione" creata da noi stessi. 

Da ciò la necessità di impedire i pensieri negativi e di nutrirci di pensieri vitali, sereni, elevati, energizzanti.

Non dobbiamo creare con la nostra mente preoccupazioni, paure che sono ingigantite dalla nostra fantasia, ma farci trasportare dall'ottimismo e dalla visione del bene.

Esiste un legame tra i pensieri che ospitiamo nella nostra mente e la realtà che viviamo.

«Un uomo è letteralmente ciò che pensa, essendo la sua personalità la somma dei suoi pensieri.» 
James Allen 

A questo proposito sono lieta di invitarvi a leggere il testo tratto da "Padroni del destino" di James Allen, scrittore filosofico britannico noto per i suoi libri di ispirazione e poesia, e come un pioniere del movimento di auto-aiuto. 

Possiamo paragonare la mente umana a un giardino, il quale potrà essere coltivato con intelligenza o lasciato incolto; ma in entrambi i casi, curato o abbandonato, un giardino deve generare, e lo farà. Se non vengono piantati semi utili, al loro posto cadranno in abbondanza gli inutili semi delle erbacce, e diffonderanno la loro specie.

Proprio come un giardiniere coltiva il suo pezzo di terra, togliendo le erbacce per far crescere i fiori e la frutta che predilige, così un uomo dovrà badare al giardino della sua mente, estirpando i pensieri erronei, inutili e impuri per coltivare fino alla perfezione i fiori e i frutti dei pensieri positivi, utili e puri. Continuando a seguire tale processo, prima o poi un uomo scopre di essere il giardiniere della sua anima, colui che dirige la propria vita. Rivela a se stesso le leggi del pensiero, e comprende con sempre maggior esattezza come le forze della mente operino nella formazione della sua personalità, delle circostanze e del destino.

Pensiero e personalità sono un’unica cosa, e considerato che è solo attraverso l’ambiente e le circostanze che la personalità può manifestarsi e venire a conoscenza di se stessa, le condizioni esteriori della vita di un uomo non potranno che rivelarsi in armonia con il suo stato interiore. Con questo non si intende sostenere che in qualsiasi momento le circostanze della vita di un uomo siano un indizio della totalità della sua personalità, bensì che quelle particolari circostanze siano legate così saldamente a qualche elemento vitale del suo pensiero da essere indispensabili allo sviluppo di tale personalità.

Ciascun uomo si trova dov’è in base alla legge della sua essenza; i pensieri con cui ha costruito la propria personalità lo hanno condotto fin lì, e nella disposizione della sua vita non c’è alcun elemento dovuto al caso, ma ogni fattore è il prodotto di una legge che non può sbagliare. Questo concetto è valido tanto per coloro che si sentono «in disaccordo» con il loro ambiente, quanto per chi al contrario ne è pago.

L’essere umano, in quanto creatura in continuo progresso ed evoluzione, opera dove può imparare a svilupparsi; e non appena comprende la lezione spirituale che ogni circostanza ha in serbo per lui, fa sì che questa scorra per lasciare il posto ad altri avvenimenti.

Finché l’uomo si considera come un prodotto delle condizioni esterne, è costretto a lottare contro le circostanze, ma nel momento in cui si rende conto di possedere il potere di creare, e la facoltà di controllare i semi invisibili e il terreno da cui nascono le circostanze, diviene il legittimo padrone di se stesso.

Che le circostanze nascano dal pensiero è noto a chiunque abbia praticato anche per un breve periodo di tempo il controllo di sé e l’autopurificazione. Costui avrà infatti notato come la trasformazione delle circostanze esteriori avvenga in rapporto diretto con i cambiamenti all’interno della sua mente. E questo è talmente vero che, quando un uomo si impegna con fervore a rimediare ai propri difetti caratteriali e compie rapidamente grandi progressi, in un breve periodo di tempo gli accadono un gran numero di cose.

L’anima attrae ciò che segretamente alberga dentro di essa, ciò che ama e anche ciò che teme; raggiunge le vette delle aspirazioni che nutre; precipita al livello dei suoi desideri impuri – e sono le circostanze il mezzo tramite il quale l’anima riceve ciò che le appartiene.

Ogni seme di pensiero volutamente piantato, o al quale viene permesso di cadere nella mente e di mettervi radice, produce qualcosa, e prima o poi fiorisce in un’azione e genera il proprio frutto di opportunità e circostanze. I buoni pensieri recano buona frutta, i cattivi pensieri, frutta cattiva.

Il mondo esteriore delle circostanze prende la sua forma dal mondo interiore del pensiero, e le condizioni esterne, siano esse positive o negative, sono fattori il cui fine è il bene ultimo dell’individuo. In quanto mietitore del proprio raccolto, l’uomo impara sia dalle sofferenze sia dalla beatitudine.

Gli uomini non attraggono ciò che vogliono, ma ciò che sono. I loro capricci, le fantasie e le ambizioni potranno incontrare un ostacolo a ogni passo, ma i loro più intimi pensieri e desideri ricevono costante nutrimento, sia esso cibo sano o disgustoso. Il «Dio che dà forma e sostanza ai nostri fini» è dentro di noi, siamo noi stessi.

Un uomo può essere ostacolato solo da se stesso: pensiero e azione sono i secondini del Fato – se bassi e indegni, imprigionano; oppure gli angeli della Libertà – se nobili, liberano. Un uomo non ottiene ciò che spera o per cui prega, ma solo quello che guadagna onestamente. Le sue preghiere e i suoi desideri ricevono una risposta e vengono gratificati solo quando sono in armonia con i suoi pensieri e le sue azioni.

Alla luce di tale verità, qual è dunque il significato della frase: «Lottare contro le circostanze»? È che l’uomo si rivolta in continuazione contro un effetto esterno, mentre nel suo cuore continua a nutrirne e a preservarne la causa. Tale causa può assumere la forma di un vizio consapevole o di una debolezza inconscia; in ogni caso essa ostacola con tenacia gli sforzi di chi la possiede, e questo richiede a gran voce un rimedio.

Gli uomini sono ansiosi di migliorare le circostanze della loro vita, ma riluttanti a migliorare se stessi; e di conseguenza essi rimangono immobili.

La sofferenza è sempre causata da pensieri sbagliati. Indica che l’individuo non è in armonia con se stesso, con la Legge della sua essenza. L’unico e supremo scopo della sofferenza è la purificazione, l’estinzione di tutto ciò che è inutile e impuro. La sofferenza cessa per colui che è puro. Come non c’è alcuno scopo nel fondere l’oro per raffinarlo una volta che gli scarti sono stati rimossi, così un essere perfettamente puro e illuminato non ha motivo di soffrire.

Le circostanze che causano sofferenza in un uomo sono il risultato della scarsa armonia della sua mente. Le circostanze che invece gli comunicano beatitudine sono il risultato dell’armonia della sua mente. La beatitudine, non la ricchezza materiale, è la misura del giusto pensiero; la disperazione, non la mancanza di beni, è la misura del pensiero erroneo. Un uomo potrebbe essere ricco e dannato, povero e benedetto. Benedizione e prosperità si incontrano solo quando le ricchezze vengono utilizzate in maniera giusta e saggia; e il povero precipita nella disperazione solo quando considera la sua sorte un ingiusto fardello.

Indigenza e indulgenza sono i due estremi della disgrazia. Entrambi sono innaturali ed entrambi nascono dal disordine mentale. Un uomo si trova nella giusta condizione solo quando è felice, in salute e prospero; e felicità, salute e prosperità sono l’effetto di un adattamento armonioso di interiorità ed esteriorità, dell’uomo con ciò che lo circonda.

Un uomo inizia a essere tale solo quando cessa di lamentarsi e ingiuriare il prossimo, e si dedica alla ricerca della giustizia invisibile che regola la sua vita. E mentre la sua mente si adatta a quell’elemento regolatore, l’uomo cessa di accusare gli altri delle sue condizioni, e si migliora con pensieri forti e nobili; smette di ribellarsi alle circostanze, e le utilizza non solo come un aiuto per accelerare il suo progresso, ma come un mezzo tramite il quale scoprire dentro sé poteri e possibilità nascosti.

È la legge, non la confusione, il principio che domina l’universo; è la giustizia, non l’ingiustizia, l’anima e la sostanza della vita; è la correttezza, non la corruzione, la forza che dà forma e movimento al governo spirituale del mondo. Stando così le cose, un uomo non deve fare altro che migliorarsi fino a scoprire che l’universo è giusto; e durante il processo di miglioramento, noterà che nel momento in cui cambia il suo pensiero riguardo a cose e persone, cose e persone cambiano nei suoi confronti.

La prova di tale verità è dentro ciascun individuo, ed essa è dunque verificabile con grande semplicità per mezzo di una sistematica introspezione e dell’autoanalisi. Un uomo che cambia radicalmente modo di pensare, sarà meravigliato dalle rapide trasformazioni che tale cambiamento provocherà nelle condizioni materiali della sua vita. Gli uomini credono che il pensiero possa rimanere segreto, ma non è così; si cristallizza rapidamente in un’abitudine, e l’abitudine si solidifica in circostanze.

Pensieri animaleschi si cristallizzano nella pratica di ubriachezza e di voluttà, la quale si solidifica in situazioni di privazione e malattia; pensieri impuri di qualsiasi genere si cristallizzano in abitudini fiaccanti e confuse, le quali si solidificano in circostanze avverse che distraggono dalla giusta via; paura, dubbio e indecisione si cristallizzano in debolezza, vigliaccheria e irresolutezza, le quali si solidificano in fallimento, indigenza e dipendenza servile; pensieri pigri si cristallizzano nella pratica di disonestà e sporcizia, la quale si solidifica in circostanze di sozzura e accattonaggio; pensieri carichi di odio e condanna si cristallizzano nell’abitudine alla violenza e all’accusa, la quale si solidifica in persecuzioni e lesioni; ogni tipo di pensiero egoista si cristallizza nell’abitudine all’egocentrismo, che si solidifica in circostanze più o meno penose.

D’altro canto, ogni tipo di pensiero positivo si cristallizza in abitudini di grazia e gentilezza, le quali si solidificano in situazioni amabili e gioiose; pensieri puri si cristallizzano nella pratica di tolleranza e autocontrollo, la quale si solidifica in circostanze quiete e pacifiche; coraggio, indipendenza e decisione si cristallizzano in comportamenti virili, i quali si solidificano in successo, abbondanza e libertà; pensieri ricchi di energia si cristallizzano nell’abitudine alla pulizia e all’industriosità, la quale si solidifica in circostanze piacevoli; pensieri gentili e indulgenti si cristallizzano in garbo e cortesia, che si solidificano in circostanze favorevoli alla protezione e alla conservazione; pensieri amorevoli e generosi si cristallizzano in una disposizione dimentica di sé a beneficio del prossimo, la quale si solidifica in una vita di prosperità certa e durevole, e in una vera ricchezza.

Seguire un certo corso di pensieri, siano essi positivi o negativi, non potrà che produrre i suoi effetti su personalità e circostanze. Un uomo non può scegliere in modo diretto le circostanze intorno a lui, ma può selezionare i suoi pensieri e dunque, in modo indiretto ma certo, dar forma alle circostanze della sua vita.

La natura realizza i pensieri che ciascun uomo incoraggia maggiormente, ed egli affronterà situazioni che porteranno alla luce i suoi pensieri positivi, e situazioni che invece evidenzieranno quelli negativi.

Sarà sufficiente che un uomo si allontani dai suoi pensieri peccaminosi perché il mondo intero si addolcisca nei suoi confronti, e sia pronto ad aiutarlo; basterà che egli abbandoni i suoi pensieri deboli e malsani ed ecco che in ogni occasione lo aiuterà a mantenere le sue energiche decisioni; che si sforzi di incoraggiare i pensieri positivi e nessun fato avverso potrà trascinarlo nella miseria e nella vergogna. Il mondo è il vostro caleidoscopio, e le mutevoli combinazioni di colore che si susseguono in ogni momento davanti ai vostri occhi sono lo squisito riflesso dei vostri pensieri in movimento.

Tratto dal libro "Padroni del Destino" James Allen 

venerdì 2 maggio 2014

Vivere al meglio la propria vita

Fiori

Ogni giorno è unico ed irripetibile, ed in ogni momento la vita può cambiare in meglio.

Se noi ci abituiamo a vivere nel qui ed ora con positività, ogni giorno può essere un nuovo inizio. 

Dobbiamo interessarci di ogni cosa, sorprenderci, esporci alla vita, accogliere nuove sfide, imparare a riconoscere le nostre vittorie personali, focalizzando la nostra attenzione sulla nostra bellezza, interiore ed esteriore, e comportarci in ugual modo con gli altri.

E’ importante imparare ad individuare ciò che di buono sussiste in ogni persona, astenendoci dal giudicarla e trattarla solo come noi stessi vorremmo essere trattati.

Sono del parere che per vivere bene è necessario trovare uno scopo nella vita, fissare degli obiettivi, agendo a piccoli passi per conseguirli, considerando ogni sforzo come una conquista.

Può essere utile chiedere consigli, ma è importante seguire il nostro istinto nel prendere una decisione e non permettere agli altri di imporci come dobbiamo agire.

Importante è riuscire a raggiungere e mantenere vigore ed energia alla nostra anima e concentrare la nostra attenzione sulla serenità e sulla gioia.

E’ necessario abituarci ad accettare le novità come un fatto positivo, imparando ad accogliere tutto ciò che la vita ci offre ogni giorno.

Apprezzare l'ambiente che ci circonda ci permette di liberare la nostra mente dalla monotonia e dai pensieri non sempre positivi che destabilizzano il nostro equilibrio e la nostra gioia di vivere.

Credo sia salutare farci travolgere dall’ottimismo, pensare alle cose belle ed incoraggianti, che ci donano una sferzata di energia e di vitalità, e confidare che, anche se stiamo vivendo un momento triste, il futuro è sempre speranza. Evitiamo di concentrarci su ciò che ci desta preoccupazione e che turba la nostra serenità per impedire alla nostra mente di farci continuamente soffrire.

Per preservare la nostra salute psicofisica dobbiamo impegnarci a non lasciarci coinvolgere dai piccoli problemi di ogni giorno o dalle piccole questioni che ci fanno inquietare, e sforzarci a convivere con le piccole difficoltà quotidiane.

Teniamo sempre a mente che da ogni errore possiamo trarre una opportuna lezione e possiamo imparare a non ripeterlo.

Al fine di migliorare la nostra vita è necessario non rimanere ancorati al passato, perché ormai non esiste più, e non preoccuparci del futuro in quanto esso non è ancora attuale. Importante è vivere il momento presente, apprezzando ogni cosa ed ogni persona, l’ambiente circostante ed il mondo intero. 

mercoledì 16 aprile 2014

La felicità è ascoltare con il cuore

Fiore

Cari amici, stavo riflettendo sul tema della felicità e sull’amore che i genitori nutrono per i figli ed il desiderio di proteggerli, educarli ai veri valori della vita, dare loro il buon esempio ed augurare loro il meglio.

Sicuramente essere dei bravi genitori oggi è sempre più impegnativo ma è fondamentale saper trovare il giusto equilibrio, cioè essere né troppo permissivi né troppo rigidi.

A mio avviso, le doti migliori che non dovrebbero mai mancare nel rapporto con i figli sono la tenerezza, la pazienza, la comunicazione, l’ascolto, l’elasticità mentale, la comprensione, l’energia  e la chiarezza nel far capire loro quando un comportamento è sbagliato o pericoloso.

Reputo necessario il comportarsi in modo naturale, in quanto, se ci si sforza di corrispondere ad una immagine ideale, si va incontro inevitabilmente all'ansia ed alla depressione, e ad a questo non si deve arrivare, in quanto i genitori devono dare ai figli l’esempio della felicità e dell’equilibrio interiore.

Ritengo importante far comprendere loro che la felicità è ascoltare con il loro cuore.

Spesso anche i genitori si sforzano di essere quello che non sono, vanno contro la loro vera natura ed invece salutare è stare bene con se stessi per trasmettere serenità e felicità ai propri figli.

I genitori non dovrebbero mai pretendere la perfezione né in se stessi né tanto meno nei figli, rispettare la libertà dei figli e mantenersi alla giusta distanza.

Credo sia importante riuscire a mantenere una certa coerenza verso i figli ed accettare di non essere perfetti. Certamente si può sbagliare ma è necessario ammettere l’errore con sé stessi e con i propri figli.

Può capitare che i genitori mettano in opera, involontariamente, nei confronti dei loro figli, forme di imposizione e di coercizione e riescano a trasmettere proprie paure, convinzioni errate e condizionamenti.

Occorre fare attenzione a non assumere nei confronti dei figli uno stile educativo troppo rigido in quanto questo genera una scarsa autostima e la loro abitudine di assecondare passivamente il volere e le opinioni altrui. 

Bisognerebbe astenersi dall’esercitare un eccessivo controllo sul loro comportamento in quanto genitori troppo apprensivi creano ansia, insicurezza, timidezza nei figli.

“Sbagliando s’impara” recita un antico proverbio. E’ necessario che i figli siano messi in grado di fare delle scelte autonome e, se queste si riveleranno non corrette, saranno utili perché consentiranno loro di imparare. Anche gli errori serviranno a responsabilizzarli.

E’ difficile essere genitori ma tutti dovrebbero educare i figli alla libertà, all’autonomia, all’ottimismo, alla speranza ed alla fede in Dio. 

I genitori dovrebbero riuscire a stabilire regole chiare e coerenti per i propri figli e porre loro dei limiti laddove sussiste reale necessità, essere disponibili all’ascolto,  interessati alla loro opinione e disponibili alla negoziazione. 

Dovrebbero saper spiegare il motivo di eventuali divieti o proibizioni e manifestare il loro affetto e calore, aiutando così i figli a sviluppare la loro personalità, la fiducia in se stessi, l’autonomia e la maturità. 

I figli dovrebbero imparare a rispettare le regole senza seguirle passivamente ma interiorizzandole e facendole proprie.

Hanno colpito particolarmente la mia attenzione alcune citazioni tratte da “Lettera a mio figlio sulla felicità” di Sergio Bambaren che vi riporto qui di seguito e con le quali concludo il mio post ringraziando voi tutti per la lettura.


“Lettera a mio figlio sulla felicità”

Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo. Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito. 

Il segreto di un’esistenza felice e realizzata dipenda dalla direzione che si sceglie. E la chiave, figlio mio, è imboccare la tua strada, nessun’altra, solo quella che ti detta direttamente il cuore. Infatti, soltanto chi osa spingersi un po’ più in là scopre quanto può andare lontano, soltanto chi segue il proprio cammino ha la possibilità di vivere una vita basata sull’autenticità, l’amore, l’armonia.

E’ meraviglioso rendersi conto di come certe piccole cose, in apparenza insignificanti, possano cambiare il nostro destino per sempre.

L’oscurità più nera non è quella che ci offusca gli occhi e ci rende ciechi, ma quella che alberga nei recessi più profondi del nostro cuore. Allo stesso modo, la luce più radiosa non è quella che ci accarezza la pelle, ma quella che sgorga, bruciando, dalla bocca del cuore e risplende di un caldo bagliore attraverso i nostri occhi.

Puoi sentirti vecchio pur essendo soltanto un ragazzino se non vivi un giorno per volta, se smetti di sognare, se vendi il tuo spirito in cambio del conforto della sicurezza.

Ho visto parecchie persone intrappolate in una vita che odiavano, eppure incapaci di fare alcunché per uscirne, troppo impaurite dal cambiamento, dall’idea di lasciare la propria zona di sicurezza.

Per perseverare devi contare solamente sulla tua forza di volontà, la fede nei tuoi sogni e l’amore per ciò che più ti sta a cuore.

La sola battaglia che non puoi vincere è quella che non vuoi combattere.

Non perdere mai quella luce speciale che ti illumina gli occhi e che proviene direttamente dalla tua anima. E se dovesse accadere, combatti ogni giorno per riconquistarla.

Quando imparerai ad accettarti per come sei, allora e solo allora ti sentirai rinato. 

Affronta le normali difficoltà come normali scalini del sentiero verso la pace. Accetta questo mondo, a volte doloroso, per come è, non per come lo vorresti, fiducioso che Dio – o come tu vorrai chiamarlo – si farà carico di tutto se ti arrenderai alla Sua volontà. Così non soltanto sarai felice in questa vita, ma straordinariamente ed eternamente felice nella prossima. 

La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere. 

Compresi una cosa molto importante: il dolore fa parte della vita. La disperazione fa parte della vita. A volte anche toccare il fondo fa parte della vita. Ma non è assolutamente la fine. E’ solo l’inizio di qualcosa di più grande, qualcosa in grado di arricchire il tuo spirito molto di più di ogni altra esperienza vissuta fino a quel momento. 

Posso confidarti un segreto? Non importa quanti anni vivrai, ma come li vivrai. Dai valore al tuo tempo. Se in futuro, per esempio, ti troverai a percorrere giorno dopo giorno il tragitto casa-ufficio al volante di un’auto, con gli occhi incollati sulla distesa d’asfalto di fronte a te, trova ogni tanto il coraggio di spezzare la routine e ritagliati un istante per goderti le piccole meraviglie della Natura: soffermati ad ammirare un tramonto, stupisciti davanti al volo di un colibrì 

Se ti fidi dei tuoi istinti e accetti la vita così com’è, un giorno sarai in grado di trovare la pace, non solo nei momenti più felici, ma anche nelle occasioni in cui il gioco si fa duro. Perché il segreto è semplice: è tutto nella nostra testa, la realtà è una condizione mentale, null’altro.

La nostra età non è altro che uno scherzo del tempo, allo stesso modo il dolore non è altro che un aspetto della vita. Non mi stancherò mai di ribadirlo: la felicità e la pace spirituale si possono raggiungere, sempre, non importa quanto ci si senta profondamente perduti, perché il tempo guarisce ogni cosa. Certo, occorre essere pazienti. Niente accade in un battito di ciglia, o dalla sera alla mattina. Anzi succede proprio quando meno te lo aspetti, e porta con sé un effetto straordinario: smetti di combattere contro il tuo destino.

Se cadi, rialzati, affronta le avversità e trova sempre il coraggio di proseguire. Fai della tua esistenza qualcosa di spettacolare.

Non dimenticare mai che l’amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sempre sentirlo… Ovunque sarai.

La sconfitta completa e l’accettazione della propria realtà: ecco il punto di partenza per costruirsi un’esistenza ricca dal punto di vista spirituale. Un’esistenza che ti permetterà di godere tutte le cose belle che hai, e di cominciare a recuperare quelle che sono recuperabili.

Abbandona il tuo guscio di certezze, esci dal coro: parti, va’ lontano. 

Abbatti tutte le pareti che hai innalzato intorno a te.

Sii libero, lascia che il tuo spirito voli verso il tuo destino.

Un’ultima cosa prima di concludere questa lettera: cerca sempre di scoprire il mondo con i tuoi occhi, e non attraverso quelli degli altri. Solo così potrai trovare la verità.
Sergio Bambaren