lunedì 31 marzo 2014

Saper ascoltare

Margherite

"Parlare è una necessità, ascoltare è un'arte."
Goethe

Ascoltare l’altro è una bellissima dimostrazione di rispetto e di attenzione nonché il modo miglior per costruire la fiducia, instaurare relazioni vere e durature, generare idee.

A tal fine, è fondamentale mantenere la concentrazione su ciò che l’altro ci sta dicendo, non interromperlo, sospendere il nostro giudizio ed aprire la nostra mente ed il nostro cuore, oltre alle orecchie.

Quando ascoltiamo, dobbiamo accogliere fino in fondo ciò che l’altro afferma, comprendendo cosa desidera comunicarci, evitando di interpretare soggettivamente i messaggi, e far comprendere di aver effettivamente capito anche attraverso la formulazione di domande e riassumendo le informazioni. 

Importante è provare interesse ed abbandonare la convinzione di sapere già ciò che l’altro vuole esprimerci, essere interiormente calmi, disponibili, rilassati e ricettivi. 

La percezione di non sentirsi ascoltati è causa di delusione, frustrazione perché ci si sente incompresi, non considerati.

E’ provato, ad esempio, come sia importante ascoltare i bambini. Un ascolto distratto dei bambini può causare loro un abbassamento dell’autostima. 

Da alcune ricerche si evince che udiamo metà di ciò che ci viene detto, ascoltiamo metà di ciò che udiamo, comprendiamo la metà di ciò che ascoltiamo, crediamo a metà di ciò che capiamo e teniamo a mente solo metà di ciò a cui crediamo.

Tutti noi desideriamo essere ascoltati ma, in realtà, ci accorgiamo che purtroppo, solo pochi sanno ascoltare.

"Nessun uomo ascolterebbe ciò che hai da dire se non sapesse che dopo toccherà a lui parlare."
Watson Howe

Questa citazione evidenzia come frequentemente le persone siano troppo occupate ad attendere il proprio turno e non ad ascoltare con apertura mentale gli altri.

In proposito, vi invito alla riflessione con due brevi racconti molto significativi che sono lieta di menzionarvi qui di seguito.


C’era una volta un pover’uomo che chiedeva qualche spicciolo all’angolo di una strada.
Era conosciuto da molti negozianti e passanti della zona come una persona mite e che non dava assolutamente alcun fastidio: si limitava con molta discrezione ad esporre il suo cappello ed un breve biglietto per raccontare la sua storia.
Con regolarità passava da lui un signore molto distinto, che si fermava a parlare con lui.
All’inizio nessuno dei vicini ci fece caso, ma poi questa presenza periodica iniziò ad attirare l’attenzione.
Qualcuno notò che questo signore, sempre ben vestito, non lasciava mai neanche un soldo, e così incominciarono a circolare critiche di tutti i generi sulla “tirchieria” di questo personaggio.
Tuttavia l’ometto sembrava sempre molto contento di vederlo.
Una volta uno dei negozianti presso cui il nostro ometto stazionava, dopo che il signore distinto fu andato via, gli chiese: “Come stanno andando le entrate oggi?”
“Molto poco… anzi quasi nulla…”
In quel momento passò una signora che lasciò qualche centesimo… 
Al che il negoziante aggiunse con una punta di sarcasmo: “Certo però che se almeno quel signore così distinto ti desse una frazione dei suoi averi, potresti evitare di stare qui tutto il giorno…”
“Oh, no, non è così – rispose l’ometto – Sai chi è quello? Quello è il presidente di una grande società: per parlare con lui la gente fa la fila per settimane. Ogni minuto del tuo tempo vale un sacco di soldi…”
“E allora? A maggior ragione dovrebbe dare di più…”
“Ma lui da di più… Mi dona ogni giorno il bene più prezioso che ha, una cosa che non si riguadagna: un po’ del suo tempo per ascoltarmi e per farmi sentire importante per qualcuno… E’ qualcosa che non potrà più avere in nessun modo, perché il tempo non ritorna.
Autore anonimo


Saper ascoltare è veramente amare!!! 

Mauro proveniva da una buona famiglia, con genitori amorevoli, due fratelli e una sorella, che avevano successo nella vita scolastica e sociale. 
Vivevano in un bel quartiere e Mauro aveva tutto quello che un ragazzino può desiderare. 
Ma alle elementari Mauro fu subito etichettato come soggetto «speciale».
Nelle medie era il «disadattato piantagrane». 
Alle scuole superiori cominciò a inanellare espulsioni e voti disastrosi.
Una domenica, un insegnante incrociò la famiglia e disse: "Mauro sta facendo molto bene in questo periodo. Siamo molto soddisfatti di lui".
"Forse ci state confondendo con un'altra famiglia..." disse il padre.
"Il nostro Mauro non ne azzecca mai una. Siamo molto imbarazzati e non sappiamo capire perché".
Mentre l'insegnante se ne andava, la madre osservò: "Però, a pensarci bene, Mauro non si è cacciato nei guai nell'ultimo mese. Inoltre è sempre andato a scuola presto e si è sempre fermato più del necessario. Che cosa starà succedendo?"
Alla consegna della prima pagella, i genitori di Mauro si aspettavano voti bassi e note insoddisfacenti sul comportamento.
Invece sulla pagella c'erano voti più che sufficienti e una menzione speciale in condotta.
Mamma e papà erano sconcertati.
"A chi ti sei seduto vicino, per avere questi voti?" chiese papà con sarcasmo.
"Ho fatto tutto da solo" rispose umilmente Mauro.
Perplessi e non completamente convinti, i genitori di Mauro lo riportarono a scuola per parlare con il preside.
Egli assicurò loro che Mauro stava andando molto bene.
"Abbiamo una nuova insegnante di sostegno, e sembra che lei abbia una particolare influenza su Mauro" disse.
"Penso che dovreste conoscerla".
Quando il trio si avvicinò, la donna aveva il capo abbassato.
Le ci volle un istante per accorgersi che aveva visite.
Quando lo capì, si alzò in piedi e iniziò a gesticolare con le mani.
"Cos'è questo?" chiese indignato il padre di Mauro.
"Linguaggio dei segni? Questa donna è sordomuta!"
"Ecco perché è così straordinaria" disse Mauro, mettendosi in mezzo.
"Lei fa molto di più, papà. Lei sa ascoltare!"
Autore anonimo


"Cellulari, chat, email, tutto sembra favorire la comunicazione tra le persone.
Eppure si possono scambiare tante parole e tanti messaggini con molte persone e sentirsi profondamente soli. Se non c'è nessuno che ti «ascolta veramente» a che servono tante parole?"
Citazione Anonima

Sono del parere che dedicare del tempo all’ascolto sincero è uno dei regali più belli che possiamo fare agli altri e a noi stessi.

lunedì 24 marzo 2014

Augurare il meglio

Rosa

Augurare vuol dire condividere con altri un desiderio di bene.

Ogni augurio è una benedizione, un'invocazione della grazia di Dio su persone o su qualcosa.

Augurare significa, infatti, manifestare al nostro prossimo il desiderio che accada qualcosa di positivo e di favorevole o che qualcosa vada a buon fine.

Il nostro augurio di bene è molto importante perché riguarda la sfera spirituale e, indirettamente, quella materiale.

Augurare il bene è desiderare incondizionatamente il bene illimitato per gli altri e per gli avvenimenti della vita, attingendo alle fonti più profonde e più intime del nostro essere.

In proposito, vi menziono un testo stupendo di un autore sconosciuto.


Non ti auguro…

Non ti auguro, banalmente, di essere felice: ti auguro di saper trovare la felicità in ogni piccola cosa che ti circonda.
Non ti auguro il meglio facilmente: preferisco sapere che saprai trovare il meglio da ogni situazione.
Non ti auguro di non aver mai paura: preferisco augurarti di trovare il coraggio di andare avanti e vivere fino in fondo la tua vita.
Non ti auguro di non sbagliare mai: accontentati di poter rimediare ai tuoi errori.
Non ti auguro di fare sempre la cosa giusta, ma solo di voler imparare dai tuoi sbagli.
Non ti auguro di non aver bisogno di nessuno: sappi tendere la mano per farti aiutare quando non sei sicura.
Non ti auguro di avere troppi amici, ma ti auguro di saper essere amichevole con tutti.
Non ti auguro di essere saggia: limitati a saper distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male e a saper scegliere la via giusta da seguire.
Anonimo


Vi auguro ogni bene e vi invito a leggere qui di seguito il bellissimo testo di Santa Teresa Di Calcutta.


La pace 

Possa oggi esserci la pace.
Possa tu avere fiducia nelle tue possibilità.
Che tu sia esattamente dove avresti voluto essere.
Possa tu non dimenticare le infinite possibilità che nascono dalla fede.
Possa tu usare questi doni che hai ricevuto e trasmettere l’amore che ti è stato donato..
Sii contento di sapere di essere figlio di Dio.
Sia questa presenza fissata nelle tue ossa, e permetti alla tua anima di essere libera di cantare, ballare, glorificare e amare.
Sia così per ognuno di voi.

Santa Teresa di Calcutta

lunedì 17 marzo 2014

Promettere a noi stessi

Fresie

"Fare a se stessi una promessa e mantenerla: è un modo per allontanare i propri limiti."
Catherine Rambert

L’intenzionalità è lo stimolo che ci permette di imparare qualcosa di nuovo.

Motivare noi stessi mette in luce le nostre potenzialità e ci consente di  migliorare.

Significativa l’affermazione di Maria Robinson "Nessuno può tornare indietro e cambiare l’inizio, ma può ricominciare da oggi per cambiare la fine".

Tra i buoni propositi, scegliamo di vivere consapevolmente momento per momento.

Scegliamo di rinunciare alla critica serrata ed alla disperazione, all’estenuante giudizio sul passato, alle apprensioni sul futuro, e focalizziamo la nostra  attenzione  sul presente.

Possiamo riprovare in ogni istante.

La vita non deve essere mai sprecata ma vissuta appieno, cogliendo sempre l’occasione per gioire, ringraziare il Signore, per amare, fare del bene, perdonare, chiedere scusa, per valorizzare ciò che è importante.

Vivere sereni non significa rimuovere ogni forma di dolore o sofferenza, perché ciò non è nelle nostre possibilità, né esaudire ogni nostro desiderio, ma apprezzare ciò che siamo e ciò che abbiamo, ascoltando sempre la nostra voce interiore.

La serenità è uno stato di quiete e di calma interiore. Ciascuno di noi può considerarsi come uno specchio d’acqua che rimane limpido qualora non venga contaminato.

Pensare positivamente significa riconoscere innanzitutto che i nostri pensieri originano le esperienze che viviamo e determinano la qualità della nostra vita.

 Da qui l’importanza di accogliere esclusivamente pensieri sereni e vitali.

Bisogna respingere la convinzione che si raggiungerà la felicità solo se si verificheranno determinate condizioni nella nostra vita: un nuovo amore, un lavoro migliore, una casa più spaziosa… importante pensare che possiamo essere felici a prescindere da queste situazioni ed apprezzare ciò che abbiamo a disposizione.

La fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, conducono  a realizzare il terreno fertile per attirare relazioni interpersonali costruttive, amicizie sincere e profonde, serene relazioni sentimentali e gratificazioni professionali.

E’ necessario cambiare atteggiamento e cioè non limitarci ad attendere che le cose succedano, compresa la nostra felicità, ma gestire un ruolo attivo e cioè assumerci la responsabilità di creare noi stessi un clima ideale.

Non dovremmo mai sentirci intrappolati dalle nostre emozioni, e scegliere di vivere felici per il tempo che ci è dato, senza rimanere nell’attesa di qualcosa che provenga dal mondo esterno, senza logorarci con il rancore o il rimpianto.

Convinciamoci che la nostra felicità non aumenta proporzionalmente in base al numero dei possedimenti affettivi o materiali che otteniamo, bensì alla capacità di sentirci soddisfatti di noi stessi e di percepirci sereni nel nostro cuore, indipendentemente da tutto.

Bellissimo il testo che sono lieta di menzionarvi di seguito e che dovremmo sempre mettere in pratica, iniziando dal momento in cui ci svegliamo ogni mattina e che dovrebbe rappresentare il nostro buongiorno.


Prometto a me stesso

Di essere così forte da non permettere a niente e nessuno  di disturbare la mia pace interiore.
Di parlare di salute, felicità e prosperità a chiunque incontro.
Di far sentire a tutti i miei amici che c’è qualcosa di bello in loro.
Di guardare il lato luminoso di ogni cosa e rendere vero il mio ottimismo.
Di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio e di aspettarmi solo il meglio.
Di essere entusiasta dei successi altrui come lo sono dei miei.
Di dimenticare gli errori del passato e concentrarmi sui grandi traguardi del futuro.
Di avere sempre un’espressione felice e fare un sorriso a tutte le creature che incontro.
Di dedicare talmente tanto tempo a migliorare me stesso da non avere tempo per criticare gli altri.
Di essere troppo grande per le preoccupazioni, troppo nobile per la rabbia, troppo forte per la paura
e troppo felice per permettere la presenza di problemi.
Di pensare bene di me stesso e di proclamarlo al mondo, non ad alta voce, ma con grandi sfide.
Di vivere nella fiducia che il mondo intero è dalla mia parte, fino a che sono fedele al meglio che è in me.

Christian D. Larson

lunedì 10 marzo 2014

L'assistenza dei nostri cari defunti

Giglio

Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.
Sant'Agostino 

La perdita di una persona cara suscita un vuoto incolmabile ed è forse la più drammatica esperienza che siamo costretti ad affrontare durante il nostro cammino di vita.

Rimarginare una ferita così profonda richiede tempo e forza d'animo.

L'elaborazione del lutto è sempre ardua e consiste nel ricordare la persona che amiamo, in maniera meno intollerabile e dolorosa.

Le persone care scomparse sono intorno a noi e partecipano alla nostra vita.

Il loro amore continua, non si spezza con la morte fisica.

Le anime dei defunti sono sempre vicino a noi, ci ascoltano, ci aiutano, ci proteggono ed anche nei nostri momenti di sconforto possiamo continuare ad invocarle ed a confidare nella loro assistenza in quanto anche quando non sono presenti fisicamente sono disposte ad aiutarci.

E' meraviglioso che il nostro pensiero vada ai nostri cari che nonostante non siano più visibili, udibili da noi, mantengono con noi la loro relazione di anima, di sentimento, di amore.

Anche i nostri pensieri, desideri, intuizioni possono essere percepiti da loro e da loro influenzati. 
Sono davvero molti coloro che, nella quotidianità della loro vita, hanno offerto una straordinaria testimonianza di generosità d'animo, di preghiera, di coerenza.

Noi possiamo aiutare i nostri cari defunti con la preghiera: impegniamoci ad essere costanti e generosi nel nostro suffragio per loro.

Una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell’Altissimo. 
Sant'Agostino

lunedì 3 marzo 2014

La preghiera felice incontro con Dio

Fiore


Dio ci ama, ci protegge e non si dimentica mai di noi.

Non dubitiamo mai della Sua presenza amorosa al nostro fianco.

Anche se le nostre giornata sono intense per i tanti impegni, troviamo sempre il tempo per pregare e per rivolgere il nostro sguardo al Cielo.

Quando ci rivolgiamo al Signore per qualsiasi necessità, la nostra preghiera deve essere umile in modo che alla fine si dica "sia fatta la tua volontà e non la mia".

Pregare significa incontrare il Signore il quale ha sempre tempo per noi, ci aspetta ed è sempre pronto ad ascoltarci.

Sono lieta di proporvi la lettura del  bellissimo testo che segue.


Lettera dal Cielo

"Quando ti sei svegliato, questa mattina, ti ho osservato ed ho sperato che tu Mi rivolgessi la parola, anche solo poche parole, chiedendo la Mia opinione e ringraziandoMi per qualcosa di buono che Ti era accaduto ieri: però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare.

Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi per casa per vestirti e sistemarti: sapevo che avresti avuto del tempo solo per fermarti qualche minuto per dirMi "Ciao": però eri troppo occupato.

Per questo ho acceso il cielo per te, l'ho riempito di colori e di canti di uccelli per vedere se così Mi ascoltavi: però nemmeno di questo ti sei reso conto.

Ti ho osservato mentre ti accingevi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente, tutto il giorno, con le molte cose che avevi da fare: suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirMi qualcosa.

Al tuo rientro ho visto la stanchezza sul tuo volto ed ho pensato di rinfrescarti un poco facendo cadere una lieve pioggia perché questa la portasse via: il Mio era un dono, ma tu ti sei infuriato ed hai offeso il Mio nome.

Desideravo tanto che tu Mi parlassi ... c'era ancora tanto tempo, ho pensato.

Dopo hai acceso il televisore. Ti ho aspettato pazientemente, mentre guardavi la TV; hai cenato, ed immerso nel tuo mondo, ti sei dimenticato, nuovamente, di parlare con Me.

Ho notato che eri stanco ed ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho fatto scendere il sole ed al suo posto ho steso una coperta di stelle ed al centro di questa ho acceso una candela: era uno spettacolo bellissimo, ma tu non ti sei accorto di nulla.

Al momento di dormire, dopo aver augurato la buona notte alla famiglia, ti sei coricato e, quasi immediatamente, ti sei addormentato.

Ho accompagnato i tuoi sogni con musica e dolci pensieri ed i Miei Angeli hanno vegliato su di te: ma non ti importa perché forse, nemmeno ti rendi conto che Io sono sempre lì con te.

Ho più pazienza di quanto immagini: mi piacerebbe pure insegnarti ad avere pazienza tu con gli altri.

Ti amo tanto che attendo tutti i giorni una preghiera: i doni che ti ho dato oggi sono frutto del Mio amore per te.

Bene, ti sei svegliato di nuovo ed ancora una volta Io sono qui ed aspetto, senza nient'altro che il Mio amore per te, sperando che oggi tu possa dedicarmi un po' di tempo.

Buona giornata".

Tuo Papà: DIO