“Nessun uomo è un'isola”, dice John Donne; ciascuno di noi è parte dell'umanità e conseguentemente ha una vita di relazione.
Da ciò l’importanza di riuscire a comunicare serenamente instaurando quello che è definito dalla Programmazione Neurolinguistica (PNL) un buon “rapport”, vale a dire un sereno rapporto di fiducia e affinità reciproca con gli altri.
E’ provato che affinché una comunicazione possa definirsi efficace e possa generare fiducia, deve necessariamente sussistere empatia che è la capacità di comprendere i sentimenti e di entrare agevolmente in sintonia con l'altro.
La parola empatia deriva dal greco empateia che è formata da en-dentro e pathos-sofferenza o sentimento, cioè dentro il sentimento e può essere spiegata come la capacità di immedesimazione, comprensione e percezione dei sentimenti altrui come fossero propri.
Attraverso la comunicazione empatica è possibile leggere oltre le parole del nostro interlocutore, scoprendo così le intenzioni più profonde e riconoscere nel suo vissuto qualcosa che possiamo aver sperimentato nella nostra esperienza emotiva.
L’empatia è una capacità innata, anche se constatiamo che in alcuni di noi è decisamente più spiccata.
Nella Programmazione Neurolinguistica (PNL), la neuroscienza nata negli anni ’70 ed i cui fondatori sono John Grinder e Richard Bandler, l'empatia è un termine ricorrente ed uno dei temi più trattati.
La PNL , infatti, studia, attraverso il linguaggio verbale, paraverbale e non verbale il comportamento umano e consta di un insieme di tecniche, strumenti, strategie che consentono alle persone di prendere consapevolezza di ciò che desiderano raggiungere e di come raggiungerlo, conducendo una vita di qualità, gestendo al meglio le emozioni, ottimizzando il tempo e comunicando in modo efficace.
E’ consigliabile allenarsi al sorriso, al dialogo potenziante e prevenire litigi ed incomprensioni.
La comunicazione può essere ritenuta efficace infatti solo se risulta pacifica, costruttiva, positiva mai limitante e distruttiva.
E’ fondamentale tenere presente che non si deve mai tendere a cambiare l’altro, mai nutrire giudizi di rancore e mai provare sentimenti negativi: l’obiettivo da raggiungere deve sempre essere quello di instaurare relazioni “vincere vincere” cioè io sono ok e tu sei ok.
L’empatia è una potente forma di comunicazione fra le persone che si esprime non solo attraverso le parole ma anche attraverso il linguaggio del corpo.
Tra le regole da rispettare per la realizzazione di una comunicazione serena ed equilibrata sono il sorriso mentre si parla, la coerenza con ciò che diciamo, il trasmettere al nostro interlocutore entusiasmo, la responsabilità del nostro messaggio, la necessità di avere un rapporto paritario.
Secondo Carl Rogers, il fondatore del Counseling, la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione è la tendenza a giudicare gli altri.
Per questa ragione, il noto psicologo statunitense sottolineava che l’empatia implica sempre un’accettazione autentica e consiste in un atteggiamento di apertura esente da pregiudizi e dal giudicare l’altro. E’ proprio ciò che permette di instaurare una comunicazione efficace.
Frequentemente nella Programmazione Neurolinguistica si parla di comunicazione empatica e di mirroring che è una tecnica di rispecchiamento che consente la massima comprensione e sintonia con il nostro interlocutore, l'instaurazione di un rapporto di fiducia reciproca e quindi realizza la comunicazione ideale.
Attraverso il mirroring tendiamo a metterci sulla stessa lunghezza d'onda e ad avere le stesse modalità comunicative del nostro interlocutore creando familiarità nel modo di porci cioè adottando la stessa postura, utilizzando lo stesso tono di voce, le stesse pause, la stessa gestualità.
E’ sempre molto interessante il linguaggio non verbale e paraverbale e proprio la Programmazione Neurolinguistica ci insegna che si può comunicare in modo efficace con la tecnica di rispecchiamento (mirroring).
La comunicazione empatica è una relazione paritaria che presenta i caratteri della positività, serenità e che si basa sulla comprensione e sull’ascolto attivo.
Ognuno di noi deve potersi sentire a proprio agio e non giudicato.
Essenziale è sapere di essere accolti, compresi e poter condividere spontaneamente le proprie opinioni ed esperienze.
Essenziale è riuscire a creare il proprio silenzio interiore e dedicarsi all'ascolto dell'altro, comunicando il nostro effettivo interesse, la nostra partecipazione e condivisione.
E' agevole constatare che l'assenza di domande, chiude in tempi brevi la conversazione anche se le domande non devono mai essere banali e perditempo, cioè spinte dalla curiosità fine a se stessa ma conseguenza del nostro desiderio di comprendere meglio ciò che il nostro interlocutore ci sta comunicando.
Ben accolta risulta sempre la domanda di approfondimento che dimostra l'interesse all'argomento che si sta trattando, alimenta la comunicazione, incoraggia il nostro interlocutore a parlare ed a sentirsi compreso.
L'ascolto attivo consiste nel prestare attenzione senza divagare la mente, recependo le risposte che ci vengono date, riepilogando di tanto in tanto ciò che si è appreso e, cogliendo dai feedback del nostro interlocutore, il suo percepirsi a proprio agio.
Nell'ascolto attivo comunichiamo la nostra disponibilità ad accogliere l'altro senza fretta e superficialità, considerandolo in quei momenti la nostra priorità.
Nel mondo caotico e frenetico in cui ci siamo abituati a vivere sta divenendo sempre più un'arte la capacità di ascoltare con attenzione.
Troppo spesso ci si accorge di come le persone prestino poco spazio al vero e proprio ascolto e di come attendano semplicemente il loro turno per prendere la parola.
Ancora più antipatico è notare che troppo spesso non si riesce ad esporre un concetto per intero perché si viene interrotti continuamente da coloro che pretendono di aver già compreso quello che stiamo per dire e, che per la maggior parte dei casi, peccano di presunzione e di nervosismo.
In questi casi il negativo feedback del nostro interlocutore fa smarrire il filo del discorso causando frustrazione e perdita d’interesse a continuare nel racconto.
Sono del parere che riscoprire e valorizzare l'arte dell'ascolto sia qualcosa di veramente apprezzabile ai nostri giorni ed, al tempo stesso, rappresenti una manifestazione di rispetto nei confronti del nostro prossimo che, tra l’altro, può essere per noi una fonte di arricchimento con le sue esperienze e che spesso ci consente di compiere un impegnativo lavoro introspettivo cioè ci permette di conoscerci più in profondità.
E' infatti detto comune che non si impara nulla ascoltandoci parlare ma solo ascoltando gli altri parlare.
Una buona comunicazione empatica comporta una vicinanza fisica e psicologica, un maggior contatto visivo (si stima circa il 25% dei tempi di conversazione), orientare il nostro corpo verso l'interlocutore, una postura rilassata, aperta e disponibile all'ascolto.
L’ideale sarebbe semplicemente ascoltare come vorremmo che gli altri prestassero attenzione a ciò che noi diciamo: l’ascolto attivo è quello che ognuno di noi dovrebbe praticare e che ci rende simpatici al nostro interlocutore.
Questo tipo di ascolto si distingue dall’ascolto ad intermittenza, quello cioè in cui ci si distrae e si continua a pensare ad altro e dall’ascolto logico in cui si è impegnati a pensare a come controbattere o a convincere il nostro interlocutore di qualcosa.
Interessante in tema di empatia è la self-disclosure cioè l'aprire una conversazione parlando di se stessi.
E' facile riscontrare che l'altro tenderà a fare lo stesso ed in questo modo si permette il cosiddetto "scioglimento del ghiaccio" vale a dire l'avvio di una comunicazione.
Constatiamo nella nostra era dell'informatica come la tecnica della self-disclosure è frequentissima nei forum, nelle chat e nei social network.
Essere empatici significa avere un atteggiamento di accoglienza, mai di giudizio, avere rispetto del nostro interlocutore ed apprezzarne il suo valore sia sul lato umano che professionale.
L’empatia è preziosa particolarmente per chi svolge un’attività con il pubblico anche se possiamo constatare che è una competenza fondamentale per ogni professione.
Come sottolinea Daniela Moretti nei suoi corsi di Crescita Personale, l’empatia è una importante risorsa nei rapporti lavorativi in quanto grazie ad essa si evita di entrare in conflitto con le persone più difficili, si riesce a condurle verso il proprio punto di vista con disinvoltura, facendo apprezzare le nostre opinioni, evitando fraintendimenti e malintesi che sono spesso causa di tensioni e stress.
“Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.”
Anonimo
Immedesimarci negli altri aiuta a non ferire la loro sensibilità e a costruire relazioni serene e soddisfacenti.
Si rivela utile chiederci cosa proveremmo noi nella medesima situazione prospettata dal nostro interlocutore al fine di percepire noi stessi in prima persona le sensazioni e gli stati d’animo.
Infatti, sviluppare la capacità empatica ci consente di comprendere i sentimenti, le opinioni, le esperienze delle persone con cui interagiamo senza permettere che la nostra personalità sovrasti la loro e rappresenta quindi un comportamento vincente in ogni ambito in quanto agevola la comunicazione e la fiducia reciproca.
Empatia. Parola grande dal grande significato. Cosa vuol dire, ai giorni nostri, essere empatici ? Se dovessi attenermi alla scarna definizione del termine, ne trarrei poco o nulla, ma quando ti trovi faccia a faccia con una persona con la quale, apparentemente non hai nulla da condividere, ma vi basta uno sguardo per far apparire un sorriso rasserenante, solo allora comprendi cosa sia l'emptia.
RispondiEliminaPer me ha un significato straordinario.
Empatia è l'amare senza giri di parole, semplicemente così, occhi negli occhi, sentire una pace interiore che ti sale dal cuore al cervello e senti come un fluido benefico e ristoratore, che passa dal tuo cuore a quello della persona che hai davanti, anche se state ad occhi chiusi.
Grazie Roberto. Il tuo commento spiega bene le sensazioni suscitate dall'empatia. L'empatia dona una stupenda sensazione e crea una profonda relazione tra le persone. Sicuramente implica sensibilità d'animo.
RispondiEliminaEmpatia.....sin da piccola ho sempre percepito un qualcosa che andava al di là del pensiero, con mio papà bastava uno sguardo e capivo subito, si comunicava così..con lo sguardo, senza parole; perchè uno sguardo dice tantissime parole...basta saper "ascoltare". ho sempre "sentito" le persone che ho conosciuto, erano sempre a me molto familiari.....percepivo le loro emozioni . mi succede spesso ancora adesso; nè ho incontrate pochissime di persone "Empatiche". tutti parlano, parlano ma nessuno sa più ascoltare, capire, percepire. il problema di chi è empatico, è che capisce gli altri, ma gli altri non lo capiranno mai. ciao da semply
RispondiEliminaBenvenuta Semply! ;) Ti sei ritrovata benissimo nella descrizione di persona empatica! Bellissimo ciò che mi hai scritto. L'empatia è sicuramente una forma molto profonda di comprensione dell'altro proprio perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Grazie per il tuo commento! Un grande abbraccio da Raffaella
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