“Per saper quanta felicità una persona può ricevere nella vita, basta sapere quanta è capace di darne.”
Arthur Schopenhauer
“Non appena comprendiamo che il segreto della felicità non sta nel possedere, ma nel donare, diventiamo capaci di donare felicità e di rendere così felici noi stessi.”
André Gide
Con queste due bellissime citazioni mi appresto alla trattazione del mio post “La gioia di rendere felici gli altri” che presenta correlazione con due dei miei precedenti post “La generosità” e “Sorridere alla vita”.
Il desiderio di rendersi utili, di alleviare la sofferenza altrui, di rincuorare, di essere disponibili all’ascolto, di esprimere gentilezza, di far sorridere, conduce ad una vera e propria gratificazione interiore in quanto il riuscire a rendere felici gli altri reca più soddisfazione che il ricercare spasmodicamente la nostra felicità.
Da Atti degli apostoli, 20, 35
“Il modo vero di essere felici è rendere felici gli altri.”
Robert Baden-Powell
E’ stato provato in svariate occasioni che il modo migliore per aiutare se stessi è decisamente aiutare gli altri incondizionatamente: impegnarci a donare forza interiore fa bene di riflesso anche a noi in quanto il confronto con le esperienze altrui risulta essere sempre formativo e ci consente di imparare a fare chiarezza al nostro interno e ad attingere alle nostre risorse per trovare soluzioni anche per la nostra vita.
Affermò anche Anthony De Mello, Gesuita, Scrittore e Psicoterapeuta indiano che dedicandoci agli altri pensiamo anche a noi stessi in quanto rendere felici gli altri accresce la nostra felicità e la nostra ricchezza interiore.
E’ gratificante comprendere che grazie al nostro contributo qualcuno ha ottenuto più vita. Ciò suscita in noi un sentimento di gratitudine e di gioia.
Essere solari non significa non avere problemi ma semplicemente significa essere disponibili a donare un sorriso, a dedicare del tempo, a confortare, ad infondere la speranza a coloro che sono nella tristezza e vivono momenti difficili da superare.
La nostra esistenza non conosce solo giorni di sole ed avere “il sole nel cuore” significa possedere la forza di non abbatterci nei momenti bui, sorridere anche quando avremmo solo voglia di piangere, non farci prendere dalla malinconia e dalla depressione.
E’ necessario dominare la nostra sensibilità. Ci sono persone che s’intristiscono quando fuori dalla finestra, al mattino, scorgono nuvoloni grigi carichi di pioggia; benefico è mantenere sempre viva in ciascuno di noi la convinzione che l’essenziale è il sole che illumina e riscalda il nostro cuore e, se lo vogliamo davvero, darà colore ed energia anche alle nostre giornate più spente.
Qualche tempo fa ho avuto occasione di leggere ed apprezzare un racconto commovente che esprime significativamente la gioia nel poter rasserenare gli altri e che è contenuto nel libro “Piccola filosofia del mattino” di Catherine Rambert e che sono lieta di proporvi di seguito.
I due malati
Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza.
L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.
Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.
Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.
L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. "Forse, voleva farle coraggio." disse.
Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare. "L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente."
Questo saggio racconto ci ricorda che ciascuno di noi dovrebbe contribuire attraverso il proprio stato d’animo, pensieri e sentimenti a rischiarare il mondo, cioè rappresentare una luce nella tenebra dell’altro e decidere di comportarsi sempre a favore della propria possibilità positiva.
E’ opportuno riflettere che quando ci sentiamo amareggiati diffondiamo intorno a noi amarezza, se in noi c’è il buio anche le persone accanto a noi sono avvolte dalla tenebra.
Come sostiene Anselm Grun nel suo libro “Le sorgenti della forza interiore” ognuno di noi può contribuire a rendere il mondo più luminoso.
Ricordo anche le parole di Amadeus Voldben: “Torna a te quel che parte da te: semina il bene e raccoglierai amore”.
Raffaella, grazie per quanto scrivi in questa parte del tuo Blog, dedicato alla gioia che si riceve volendo bene al prossimo e, già da qui,traspare il tuo amore per gli altri che ti leggono, e traggono beneficio dai tuoi articoli. Buonasera.
RispondiEliminaUn grazie di cuore per l'apprezzamento dimostrato! E' mia inclinazione scrivere questo tipo di articoli ed è una vera gioia poterli condividere con voi. Buon proseguimento di giornata! Raffaella Rosati
EliminaRaffaella cara, sei un'anima "speciale" mi piace quanto scrivi, e leggendoti è come se stessi parlando di me, penso che iniziare la giornata con positività sia il miglior modo di affrontarla, che se il sole non c'è, ci sarà, cercare sempre di vederla in maniera positiva, sana,e se siamo positivi contageremo coloro che ci stanno vicini, e via di seguito....siamo tutti in qualche maniera collegati gli uni con gli altri. e non c'è gioia più bella che rendere gli altri felici. Buon proseguimento di serata! a presto rileggerti ciao da semply
RispondiEliminaMi sento particolarmente in sintonia con le tue parole...è come se viaggiassimo sulla medesima lunghezza d'onda. Un tenero e grande abbraccio e grazie di cuore di avermi scritto. La mia buonanotte e spero di leggerti presto! Ciao semply! Raffaella
Eliminaciao Raffaella cara, ho riletto nuovamente questo post, è si una gioia rendere felici gli altri, la mia famiglia mi ha educato così, ma a volte un poco di amarezza nel constatare che non sempre seminare bene, raccogli bene; sai, la mia famiglia ha seminato tantissimo bene, dimenticandosi un poco di sè e dando tantissimo agli altri, ma in cambio ha ricevuto soltanto amarezze.....certo con la gioia nel Cuore di essere stata utile.
RispondiEliminama io continuerò imperterrita nel mio percorso: rendere felici gli altri!. Buona giornata e ...a presto rileggerti
Ti ringrazio di cuore della lettura e del tuo bel commento. E' meraviglioso provare la gioia nel cuore di essere stati utili, di aver contribuito, nel nostro piccolo, a rendere il mondo un po' più luminoso. Come affermava Amedeo Rotondi: "Ritorna a te ciò che parte da te: semina il bene e raccoglierai amore"... Se vuoi imparare una vita più alta segui fedelmente queste parole: sii buono, franco e semplice. Sii cortese, sereno e sicuro di te." Un grande abbraccio e non demoralizziamoci! Raffaella
EliminaRaffaella bellissima citazione che hai scritto anche con finale triste...cmq un sorriso dettato dal cuore può aiutare sempre qualcuno..complcimento per il bellissimo blog sei fantastica. Francesca
RispondiEliminaCara Francesca, la citazione "I due malati" è decisamente triste ma ha il pregio di far comprendere bene il senso di prodigarci per il bene del nostro prossimo: apportare luce, serenità ed alleviare le pene.
RispondiEliminaIo mi commuovo tutte le volte che lo rileggo ma il testo mi dona tanta forza interiore e per questo motivo ho deciso di postarlo.
Grazie di cuore Francesca del tuo apprezzamento di questo post e dell'intero blog.
Spero mi continuerai a seguire, sarò sempre lieta di leggerti e sempre felice se mi suggerirai tematiche che ti stanno a cuore.
Un abbraccio forte forte e sereno e bellissimo proseguimento di giornata. Raffaella