"Parlare è una necessità, ascoltare è un'arte."
Goethe
Ascoltare l’altro è una bellissima dimostrazione di rispetto e di attenzione nonché il modo miglior per costruire la fiducia, instaurare relazioni vere e durature, generare idee.
A tal fine, è fondamentale mantenere la concentrazione su ciò che l’altro ci sta dicendo, non interromperlo, sospendere il nostro giudizio ed aprire la nostra mente ed il nostro cuore, oltre alle orecchie.
Quando ascoltiamo, dobbiamo accogliere fino in fondo ciò che l’altro afferma, comprendendo cosa desidera comunicarci, evitando di interpretare soggettivamente i messaggi, e far comprendere di aver effettivamente capito anche attraverso la formulazione di domande e riassumendo le informazioni.
Importante è provare interesse ed abbandonare la convinzione di sapere già ciò che l’altro vuole esprimerci, essere interiormente calmi, disponibili, rilassati e ricettivi.
La percezione di non sentirsi ascoltati è causa di delusione, frustrazione perché ci si sente incompresi, non considerati.
E’ provato, ad esempio, come sia importante ascoltare i bambini. Un ascolto distratto dei bambini può causare loro un abbassamento dell’autostima.
Da alcune ricerche si evince che udiamo metà di ciò che ci viene detto, ascoltiamo metà di ciò che udiamo, comprendiamo la metà di ciò che ascoltiamo, crediamo a metà di ciò che capiamo e teniamo a mente solo metà di ciò a cui crediamo.
Tutti noi desideriamo essere ascoltati ma, in realtà, ci accorgiamo che purtroppo, solo pochi sanno ascoltare.
"Nessun uomo ascolterebbe ciò che hai da dire se non sapesse che dopo toccherà a lui parlare."
Watson Howe
Questa citazione evidenzia come frequentemente le persone siano troppo occupate ad attendere il proprio turno e non ad ascoltare con apertura mentale gli altri.
In proposito, vi invito alla riflessione con due brevi racconti molto significativi che sono lieta di menzionarvi qui di seguito.
C’era una volta un pover’uomo che chiedeva qualche spicciolo all’angolo di una strada.
Era conosciuto da molti negozianti e passanti della zona come una persona mite e che non dava assolutamente alcun fastidio: si limitava con molta discrezione ad esporre il suo cappello ed un breve biglietto per raccontare la sua storia.
Con regolarità passava da lui un signore molto distinto, che si fermava a parlare con lui.
All’inizio nessuno dei vicini ci fece caso, ma poi questa presenza periodica iniziò ad attirare l’attenzione.
Qualcuno notò che questo signore, sempre ben vestito, non lasciava mai neanche un soldo, e così incominciarono a circolare critiche di tutti i generi sulla “tirchieria” di questo personaggio.
Tuttavia l’ometto sembrava sempre molto contento di vederlo.
Una volta uno dei negozianti presso cui il nostro ometto stazionava, dopo che il signore distinto fu andato via, gli chiese: “Come stanno andando le entrate oggi?”
“Molto poco… anzi quasi nulla…”
In quel momento passò una signora che lasciò qualche centesimo…
Al che il negoziante aggiunse con una punta di sarcasmo: “Certo però che se almeno quel signore così distinto ti desse una frazione dei suoi averi, potresti evitare di stare qui tutto il giorno…”
“Oh, no, non è così – rispose l’ometto – Sai chi è quello? Quello è il presidente di una grande società: per parlare con lui la gente fa la fila per settimane. Ogni minuto del tuo tempo vale un sacco di soldi…”
“E allora? A maggior ragione dovrebbe dare di più…”
“Ma lui da di più… Mi dona ogni giorno il bene più prezioso che ha, una cosa che non si riguadagna: un po’ del suo tempo per ascoltarmi e per farmi sentire importante per qualcuno… E’ qualcosa che non potrà più avere in nessun modo, perché il tempo non ritorna.”
Autore anonimo
Saper ascoltare è veramente amare!!!
Mauro proveniva da una buona famiglia, con genitori amorevoli, due fratelli e una sorella, che avevano successo nella vita scolastica e sociale.
Vivevano in un bel quartiere e Mauro aveva tutto quello che un ragazzino può desiderare.
Ma alle elementari Mauro fu subito etichettato come soggetto «speciale».
Nelle medie era il «disadattato piantagrane».
Alle scuole superiori cominciò a inanellare espulsioni e voti disastrosi.
Una domenica, un insegnante incrociò la famiglia e disse: "Mauro sta facendo molto bene in questo periodo. Siamo molto soddisfatti di lui".
"Forse ci state confondendo con un'altra famiglia..." disse il padre.
"Il nostro Mauro non ne azzecca mai una. Siamo molto imbarazzati e non sappiamo capire perché".
Mentre l'insegnante se ne andava, la madre osservò: "Però, a pensarci bene, Mauro non si è cacciato nei guai nell'ultimo mese. Inoltre è sempre andato a scuola presto e si è sempre fermato più del necessario. Che cosa starà succedendo?"
Alla consegna della prima pagella, i genitori di Mauro si aspettavano voti bassi e note insoddisfacenti sul comportamento.
Invece sulla pagella c'erano voti più che sufficienti e una menzione speciale in condotta.
Mamma e papà erano sconcertati.
"A chi ti sei seduto vicino, per avere questi voti?" chiese papà con sarcasmo.
"Ho fatto tutto da solo" rispose umilmente Mauro.
Perplessi e non completamente convinti, i genitori di Mauro lo riportarono a scuola per parlare con il preside.
Egli assicurò loro che Mauro stava andando molto bene.
"Abbiamo una nuova insegnante di sostegno, e sembra che lei abbia una particolare influenza su Mauro" disse.
"Penso che dovreste conoscerla".
Quando il trio si avvicinò, la donna aveva il capo abbassato.
Le ci volle un istante per accorgersi che aveva visite.
Quando lo capì, si alzò in piedi e iniziò a gesticolare con le mani.
"Cos'è questo?" chiese indignato il padre di Mauro.
"Linguaggio dei segni? Questa donna è sordomuta!"
"Ecco perché è così straordinaria" disse Mauro, mettendosi in mezzo.
"Lei fa molto di più, papà. Lei sa ascoltare!"
Autore anonimo
"Cellulari, chat, email, tutto sembra favorire la comunicazione tra le persone.
Eppure si possono scambiare tante parole e tanti messaggini con molte persone e sentirsi profondamente soli. Se non c'è nessuno che ti «ascolta veramente» a che servono tante parole?"
Citazione Anonima
Sono del parere che dedicare del tempo all’ascolto sincero è uno dei regali più belli che possiamo fare agli altri e a noi stessi.
Bellissimo post..nn potevi fare di meglio Raffaella. Dedicare il proprio tempo e sapere ascoltare e un privilegio nn di tutti e conoscendoti lo sai fare benissimo. Hai un carisma verso il prossimo fuori dal comune e nel tuo piccolo aiuti tanto le persone che momenteanemente si trovano in difficoltà dal punto di vista psicologico.Sei speciale e che Dio ti benedica per quel che riesci a fare..un abbraccio Francesca.
RispondiEliminaGrazie di cuore Francesca, sei dolcissima. Mi sono commossa. Ti abbraccio forte forte. Raffaella
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