mercoledì 12 agosto 2015

La vera bellezza del cuore


Angelo dell'Amore
Illustrazione "L'Angelo dell'Amore"

Il cuore più bello

C'era una volta un popolo, da qualche parte nel mondo, che aveva la capacità di vedere dentro l'anima dei propri simili.
Molti, in quel popolo, erano uomini saggi, che sapevano fare tesoro di questa dote speciale.
Ma erano anche loro uomini.
Anche loro, molte volte, si comportavano in modo stolto ed arrogante.
Un giorno, un giovane cominciò ad urlare a gran voce, in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata.
Tutti quanti, servendosi del loro dono, glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. 
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: "Beh, a dire il vero... il tuo cuore è molto meno bello del mio."
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici.
C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi, rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto.
Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi.
Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!", disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime."
"E' vero!", ammise il vecchio.
"Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro, per colmare il vuoto lasciato nel mio. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini.
Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone... e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, perchè il mio cuore è più bello?"
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto, ora che aveva compreso. E si vergognò. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano.
Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita fresca rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
Da una storiella indiana


Riflettendo su questo significativo e commovente racconto, comprendiamo quanto è importante la nostra interiorità.

Non dovremmo mai rimanere all'apparenza, ma scendere nel profondo della nostra anima.

Che grande vittoria il passaggio dalla superficialità alla ricchezza interiore!

Non dovremmo mai fermarci alla mera esteriorità ma riconoscere noi stessi negli altri, aprire loro il nostro cuore e permettere che sia sempre colmo d'amore. 

La capacità di fare del bene agli altri rappresenta la nostra vera ricchezza: non chiudiamoci nell'indifferenza, nell'egoismo, ma alimentiamo la nostra esistenza con quei valori etici che ci fanno aprire all'altro, che fanno sorgere dentro di noi il desiderio di sentirci utili e disponibili ad aiutare.

Come scriveva Amadeus Voldben: "La chiave della vita, la chiave che apre tutte le porte è l'Amore.
Amore è forza che tiene unita la vita, è legame che sostiene il tutto come unico corpo. Senza l'Amore la vita sarebbe impossibile. 
Come le pietre senza cemento cadono in macerie al primo urto, così le opere dell'uomo rette dall'egoismo e prive dell'amore. 
Solo l'amore è cemento che tiene unite tutte le cose in legame indistruttibile".

Non siamo soli. Tanto possiamo fare per gli altri! Il nostro cuore diventa bello se siamo in grado di dare un po' del nostro tempo, consigli, solidarietà, incoraggiamento. 

Pensiamo alla gioia di aver fatto sorridere una persona afflitta, di aver dato una speranza, di aver sollevato un animo depresso!

La vera nostra gioia interiore è la sensazione di soddisfazione e di pace che proviamo quando prestiamo il nostro aiuto a chi soffre e cogliamo in lui un miglioramento delle sue condizioni.

"L'oro della nostra vita è la nostra interiorità, profonda, inafferrabile, difficile da esplorare e da sottrarre al nostro io, anche perché è la cosa che più di ogni altra ci permette di vivere."
Anonimo

Non lasciamoci trasportare da ciò che è effimero, superfluo e ricordiamoci sempre che la vera bellezza è la purezza del nostro cuore: non è ciò che riceviamo ad arricchirci ma ciò che doniamo con gioia, disinteressatamente! 

L'augurio che rivolgo a me stessa e a tutti voi: l'amore stimoli sempre ogni pensiero e sentimento, da cui derivino le nostre parole ed azioni!

Raffaella Rosati


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